2011-07-27 14:07:50

Perù: nel 190.mo d’indipendenza, la Chiesa auspica un futuro di progresso e speranza


Era il 28 luglio del 1821 quando il Perù proclamava l’indipendenza dalla Spagna. A 190 anni da quella data, il Paese si prepara a celebrare l’evento con una Messa ed un Te Deum di ringraziamento, presieduti dall’arcivescovo di Lima, cardinale Juan Luis Cipriani, nella cattedrale della città domani, 28 luglio, alle ore 8.00. “Questa festa patriottica segna l’inizio di un nuovo governo e di un nuovo Congresso della Repubblica”, scrive la Conferenza episcopale peruviana in una nota firmata dal presidente dei vescovi, mons. Hector Miguel Cabrejos Vidarte, ed intitolata “Per un futuro di progresso e speranza”. “Lo Stato - si legge nella nota - ha nelle proprie mani il futuro di 30 milioni di persone che sperano in un impegno genuino a favore della democrazia e in una gestione del potere condivisa, efficiente ed onesta”. I vescovi ricordano, quindi, che lo sviluppo del Paese “deve essere integrale e focalizzato sulla sanità, l’alimentazione, l’acqua, l’istruzione, gli alloggi e la sicurezza pubblica”, così come sulla “creazione di opportunità per i più bisognosi”, obiettivo ritenuto “fondamentale e indispensabile per vivere con dignità”. Poi, sulla scia di Benedetto XVI, la Chiesa peruviana sottolinea che “è necessario proteggere il Creato, per costruire un mondo di pace”. Considerando che il Perù è un Paese “ricchissimo di risorse naturali”, i vescovi auspicano quindi “il dialogo, il consenso e la tolleranza, per costruire una nazione con la pace e con il progresso, evitando i conflitti sociali”. E ancora: la nota dei presuli richiama l’importanza della popolazione, “uomini e donne, anziani, giovani e bambini, che giorno dopo giorno costruiscono il futuro delle loro famiglie con sforzo e sacrificio”. In loro favore, bisogna “promuovere il progresso e lo sviluppo, tutelando la vita e la famiglia”, poiché “l’amore per la famiglia è un valore che la società deve proteggere. Esso risponde alle esigenze più profonde del cuore e della dignità della persona umana”. Di qui, l’auspicio espresso dalla Chiesa perché siano rafforzati “i valori fondamentali del Perù, ovvero la democrazia, lo stato di diritto, il bene comune, la giustizia, la verità, la responsabilità, l’integrazione sociale, il rispetto e la promozione dei diritti umani, specialmente quelli dei più svantaggiati”. Infine, i vescovi guardano a Cristo, “via, verità e vita: riaffermando la fede in Lui, possiamo fare della nostra nazione un Paese grande, solidale ed unito, costruendo un futuro pieno di progresso e di speranza”. (A cura di Isabella Piro)







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