Honduras: il vescovo di Trujillo sul conflitto per l'attribuzione della terra
“Ringrazio profondamente i sacerdoti della mia diocesi per come riescono a svolgere
la loro missione in una situazione particolarmente difficile come questa”, dichiara
mons. Luis Solé Fa, vescovo di Trujillo in Honduras. Il presule è molto preoccupato
per il perdurare del clima di violenza che colpisce la popolazione della regione di
Bajo Aguán a causa del lungo conflitto tra i membri di organizzazioni contadine e
le milizie dei proprietari terrieri. La disputa ha origine nella questione irrisolta
della divisione dei terreni coltivabili in base ai principi stabiliti dalla riforma
agraria. Nel suo resoconto, affidato all’agenzia Cns ripresa da L’Osservatore Romano,
il vescovo di Trujillo sottolinea che ai sacerdoti ammessi all’interno delle piantagioni
per celebrare la messa domenicale viene consentito solo di amministrare i sacramenti
ai fedeli sotto la sorveglianza di guardie armate. Per il presule, il clima di violenza
viene alimentato soprattutto dalle armi fornite alle parti in contrasto da alcune
organizzazioni di narcotrafficanti. «La grande diffusione delle armi costituisce certamente
un problema gravissimo”, afferma il presule, che aggiunge: “qui i fucili, ed anche
armi più micidiali, sono diventati parte della vita quotidiana. Per questo noi membri
della Chiesa locale dobbiamo avere una condotta ispirata alla prudenza perché è nostro
dovere di religiosi non esasperare gli animi e provare in tutti i modi a favorire
il dialogo tra le parti”. In un documento diffuso dalla Conferenza episcopale dell’Honduras,
i vescovi affermano di «provare il dolore di una madre di fronte al conflitto in corso».
Per i presuli «è nostro dovere essere e rimanere a fianco di quanti difendono i loro
diritti per mezzo della legalità e del dialogo”. (L.Z.)