Australia: la Chiesa critica lo scambio di 800 richiedenti asilo con 4 mila rifugiati
in Malaysia
L’Australia trasferirà in Malaysia 800 richiedenti asilo giunti via mare a Christmas
Island, l’isola situata nell’Oceano Indiano che ospita il centro di accoglienza per
immigrati e richiedenti asilo più grande del Paese. È quanto stabilisce un accordo
siglato lunedì scorso a Kuala Lumpur tra il governo di Canberra e quello malese. Il
patto, di cui si discute tra molte polemiche dallo scorso mese di maggio, prevede
di trattare i richiedenti asilo soggetti a trasferimento alla stregua di immigrati
legali in attesa che le loro domande di accoglienza siano esaminate. Le domande di
asilo saranno quindi valutate dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).
In cambio, l’Australia accoglierà 4mila persone dalla Malaysia che sono già state
riconosciute come rifugiati. Secondo il governo del Primo Ministro Julia Gillard,
lo scambio servirà a scoraggiare i richiedenti asilo dall’intraprendere la pericolosa
e costosa traversata verso l’Australia e quindi a colpire il traffico di esseri umani.
Di diverso avviso le organizzazioni umanitarie e la Chiesa australiana che in queste
settimane hanno espresso forti critiche all’iniziativa sulla quale ha sollevato dubbi
anche l’Unhcr. Riserve ribadite all’indomani della firma dall’Ufficio cattolico australiano
per i migranti e i rifugiati (Amcro). A preoccupare, ha affermato il direttore padre
Maurizio Pattenà, è la sorte delle persone più vulnerabili, “compresi i bambini, le
famiglie e altre persone in difficoltà che saranno bloccati proprio nel momento in
cui hanno maggiore bisogno di aiuto”. Secondo il sacerdote, infatti, l’Australia potrebbe
garantire a questi 800 richiedenti asilo condizioni di vita molto migliori di quanto
non possa fare la Malaysia. “La soluzione malese – ha osservato – riflette la propaganda
politica interna che vuole l’Australia minacciata da un’invasione di boat-people,
mentre di fatto il numero degli arrivi via mare è insignificante se rapportato a quelli
complessivi del programma nazionale sull’immigrazione”. Padre Pattenà ha quindi ricordato
come proprio i dati governativi indichino quanto l’Australia abbia tutto da guadagnare
dall’immigrazione, considerato il progressivo invecchiamento della popolazione australiana.
Senza contare - ha aggiunto - che la storia dimostra come l’irrigidimento delle politiche
migratorie non sia mai riuscita a fermare l’immigrazione illegale, alimentata com’è
dalla disperazione di chi fugge da situazioni drammatiche. Di qui l’appello a una
politica migratoria più umana: “Il governo deve perseguire il benessere degli immigrati
nel loro interesse e in quello di tutta l’Australia”, ha detto padre Pettenà. (L.Z.)