Il cardinale Bertone a Gressoney: anche di fronte alla cattiveria non scoraggiamoci
mai nel fare il bene
Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha presieduto stamani una Santa
Messa nella Cappella di Sant’Anna a Gressoney la Trinité, in Valle d’Aosta, dove Giovanni
Paolo II sostò 10 anni fa, durante i giorni del suo riposo estivo. Papa Wojtyla venne
in questi luoghi soprattutto per confortare gli abitanti dei paesi colpiti dall’alluvione
del 15 ottobre 2000. Un passaggio – ha sottolineato il porporato - ancora vivo negli
occhi e nel cuore di coloro che erano presenti: per l’occasione è stata benedetta
una targa commemorativa dell’evento.
Il cardinale Bertone, nell’omelia, ha
commentato la parabola del grano e della zizzania, proposta dalla Liturgia odierna.
“Si tratta di un’immagine realistica della situazione del mondo – ha detto - dove
bene e male coesistono" e abitano in ogni popolo e cultura, in ogni comunità e in
ogni cuore, come si è visto recentemente in Norvegia. Come cristiani – ha esortato
il segretario di Stato – “guardiamoci dal nemico seminatore di zizzania" e anche "se
siamo immersi in un mondo fatto di tanta cattiveria e disprezzo", "non dobbiamo scoraggiarci
di essere seminatori di buon grano". "Così hanno fatto i santi e così continua a fare
tanta gente comune, che per mezzo delle buone azioni quotidiane, solleva le sorti
dell’umanità circostante”. Ha quindi additato ad esempio San Giovanni Leonardi che,
“pur avendo lucida consapevolezza che la Chiesa è il campo di Dio (cfr Mt 13,24),
non si scandalizzò per le sue umane debolezze. Per contrastare la zizzania scelse
di essere buon grano: decise, cioè, di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire
a renderla sempre più segno trasparente di Lui”.
Il porporato, infine, ha ricordato
l’odierna memoria dei Santi Anna e Gioacchino, genitori della Beata Vergine Maria,
invocando la loro intercessione per “saper udire come essi hanno fatto il messaggio
di Dio” e per “saper portare luce e speranza nelle nostre famiglie". A Sant’Anna in
particolare – ha concluso - "affidiamo le mamme, soprattutto quelle che sono ostacolate
nella difesa della vita nascente o trovano difficoltà nel crescere ed educare i propri
figli”.