2011-07-25 14:20:12

Funerali a Pinsk del cardinale Kazimierz Świątek, “testimone della fede nelle persecuzioni”


Un “atleta di Dio” che non cessava mai di essere testimone del Vangelo anche nelle persecuzioni: con queste parole l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, metropolita di Minsk-Mohilev, in Bielorussia, ha ricordato stamane la testimonianza di fede offerta nella sua vita dal cardinale Kazimierz Świątek morto all’età di 96 anni il 21 luglio scorso. L’arcivescovo Kondrusiewicz ha pronunciato l’omelia ai funerali, presieduti dal cardinale Dziwisz, che si sono svolti stamane nella cattedrale della cittadina bielorussa di Pinsk, dove riposeranno le spoglie del porporato. Il cardinale Świątek, nato in territorio estone, già a tre anni fu deportato in Siberia con la madre, un fratello e una sorella. Venne ordinato sacerdote a Pinsk l’8 aprile 1939 e fu incaricato di svolgere il servizio di cappellano militare per l'esercito polacco. Dopo l’arrivo dell’Armata Rossa, fu incarcerato, condannato a morte e liberato dalla popolazione locale. Poi nuovamente incarcerato e condannato ai lavori forzati per dieci anni nei gulag in Siberia, dove lavorava nelle miniere e celebrava di nascosto l’Eucaristia. Liberato nel 1954, divenne parroco della cattedrale di Pinsk e lì – ha ricordato l’arcivescovo Kondrusiewicz – “ha proseguito sempre il suo lavoro pastorale tra difficoltà e ostacoli da parte del regime comunista”, fino al 1989. Il 29 ottobre 1990 fu ricevuto in udienza da Papa Giovanni Paolo II, che lo chiamò “l’uomo della leggenda”. Nel 1991 lo ordinò vescovo a Pinsk e poi lo nominò arcivescovo di Minsk-Mohilev e nel 1994, nonostante l’avanzata età, lo innalzò alla dignità cardinalizia. E’ stato presidente della Conferenza episcopale bielorussa dal 1999 al 2006. Nel 2004, fu lo stesso Giovanni Paolo II a consegnargli personalmente il Premio “Testimone della fede”. Mons. Kondrusiewicz ha esortato i fedeli a “non racchiudere la testimonianza del cardinale Świątek in un reliquiario d’oro”, ma a guardare al suo esempio ai tempi di oggi, caratterizzati non da persecuzioni ma da relativismo morale e indifferenza religiosa”. (A cura di Fausta Speranza)







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