Giornalisti italiani e stranieri si sono dati appuntamento oggi davanti ai Centri
di identificazione ed espulsione italiani, per dire no al divieto stabilito dalla
circolare dell’aprile scorso del ministero dell’Interno, con cui si nega ai cronisti
la possibilità di raccontare ciò che accade all’interno dei Cie. Camilla Spinelli
ha parlato dei motivi di questa protesta con Roberto Natale, presidente della Federazione
nazionale della Stampa italiana:
R. – Innanzitutto
permettere a noi giornalisti di entrare in questi centri perché il nostro diritto-dovere
di vedere e raccontare coincide col diritto dei cittadini a sapere.
D.
- Quello che sembra essere un problema prettamente italiano ha però un’eco molto forte
anche in altri Paesi europei ed extraeuropei?
R. – Sul tema dei migranti
spesso l’Europa non dà la migliore immagine di sé. Noi siamo qui davanti ai centri
oggi sia come giornalisti ma anche perché come cittadini italiani non vogliamo che
provvedimenti come quello della circolare Maroni rovinino la credibilità delle istituzioni:
questa circolare autorizza a pensare che dentro i centri avvenga ogni nefandezza.
D.
– La circolare vieta l’accesso ai giornalisti al fine di non intralciare le attività
nelle strutture?
R. - Noi non intralciamo alcunché, noi chiediamo semplicemente
di fare il nostro lavoro.
D. - C’è chi dice che state difendendo una
casta, quella dei giornalisti. Voi affermate che state dalla parte del diritto dell’informazione
e che date voce alle proteste degli immigrati …
R. – Non è un privilegio
di categoria o peggio di corporazione, quello che chiediamo: è la possibilità di rispettare
tanti diritti insieme. (bf)