2011-07-23 08:02:35

Piano Marshall a Bruxelles: l’Ue salva Grecia e euro


Dopo il piano europeo da 160 miliardi per salvare la Grecia, le Borse europee hanno segnato sostanziali reazioni positive, poi attenuate dalle dichiarazioni dell'agenzia di rating Fitch che ha parlato di “passo importante'' per la stabilità dell'eurozona ma di “default limitato” per la Grecia. I leader dell'Eurozona per arginare la crisi del debito sovrano hanno varato un pacchetto di misure senza precedenti, che, dopo la ritrovata sintonia tra Francia e Germania, è stato adottato all'unanimità. Al salvataggio parteciperanno anche le banche e, davanti al rischio di un default selettivo che potrebbe essere decretato dalle agenzie di rating, i leader dei 17 hanno deciso di creare una sorta di paracadute attraverso l'estensione del campo di azione del fondo salva-Stati. Si può dire dunque che in questo caso le Banche si sono assunte alcuni oneri? Fausta Speranza lo ha chiesto all’economista Alberto Quadrio Curzio:RealAudioMP3

R. – Io credo si possa senz’altro dire, anche se le banche private sono coinvolte in una misura tale che non pregiudica la loro sostanziale tenuta, anche perché l’orizzonte temporale del loro intervento andrà a concludersi nel 2019, quindi si tratta di otto anni. Ora, se l’economia europea funzionerà come deve, è un onere che le banche private possono ben sopportare. E credo sia anche opportuno che ciò sia accaduto senza pregiudizio – a mio avviso – degli azionisti delle banche private stesse, ma forse con qualche maggiore risparmio anche sul fronte degli emolumenti che sono stati così lauti per i vertici gestionali delle banche medesime.

D. – Tra i punti dell’intesa, c’è anche la proposta di ridurre il peso delle agenzie di rating: è d’accordo? E soprattutto, secondo lei, si farà davvero?

R. – Io sono pienamente d’accordo e credo che l’Europa, così come si è data una Banca centrale, deve darsi una agenzia di rating di natura pubblica che sia completamente indipendente e anche appaia completamente indipendente. Le agenzie di rating attualmente in essere sono tre grandi agenzie che coprono il 95 per cento delle certificazioni del mondo. Io non credo che esista un altro caso di mercato che, per il 95 per cento è coperto da soli tre soggetti: rappresentano davvero uno strapotere, anche laddove queste agenzie di rating non vogliano intenzionalmente esercitare uno strapotere; ma di fatto, ce l’hanno.

D. – In definitiva, si è salvata la Grecia e l’euro ma si è anche aperta la porta a un uso diverso del Fondo salva-Stati: è così?

R. – E’ così. E sotto questo profilo, io avrei preferito di molto un intervento assai più lineare che avrebbe dovuto portare all’emissione degli eurobond, alla trasformazione del cosiddetto Fondo salva-Stati in un’agenzia europea del debito. Un’agenzia che avrebbe potuto assorbire parte del debito pubblico degli Stati membri; avrebbe potuto collocare sul mercato delle obbligazioni di Eurolandia che avrebbero avuto – a mio avviso – una grande attrattività per gli investitori finanziari mondiali; avrebbe potuto raccogliere risorse finanziarie anche per fare investimenti adatti al XXI secolo - e cioè in energie pulite, in ambiente, in infrastrutture civili - tali da far crescere l’Europa e soprattutto far crescere l’occupazione. Si è scelta una via di mezzo: servirà per salvare gli Stati in pericolo e per proteggere quelli che non lo sono, ma a mio avviso non serve per ridare spinta ad una crescita sostenibile che l’Europa si deve dare, nel XXI secolo, anche per andare incontro alla disoccupazione giovanile che è una cosa seria.

D. – Adesso l’attenzione si sposterà in particolare sul Portogallo, forse anche sulla Spagna e sull’Italia. Quali prospettive intravede?

R. – Il Portogallo e l’Irlanda dovrebbero essere relativamente protetti e anche eventualmente assistiti da misure poste in essere con questo nuovo meccanismo. Per quanto riguarda l’Italia, credo che nei giorni scorsi ci sia stato un errore di prospettiva sul nostro Paese, non solo e non tanto perché la manovra è stata approvata molto velocemente, ma anche perché l’Italia è un Paese molto solido, sia per un sistema bancario tutt’altro che pericolosamente esposto, sia per una ricchezza privata che detiene più del 50 per cento dei nostri titoli di Stato. Un grande banchiere di una banca inglese, una delle più grandi del mondo, ha dichiarato che l’errore di prospettiva nel mettere sotto osservazione l’Italia da parte delle agenzie di rating è stato tale proprio perché non ha considerato questi aspetti. Credo ci sia stata un’aggressione speculativa all’Italia nel tentativo di scardinare l’euro attraverso l’Italia: infatti, se viene scardinato l’euro, viene scardinato attraverso uno dei suoi grandi Paesi e quindi attraverso Italia o Spagna. Il caso della Spagna è più delicato, perché ha avuto una bolla immobiliare spaventosa, ha una disoccupazione che supera il 20 per cento e una disoccupazione giovanile che va oltre il 40 per cento. La Spagna, probabilmente, ha vissuto gli anni passati con troppa euforia pensando che la sua crescita fosse infinita; in realtà, era una crescita speculativa, e le crescite speculative non durano mai a lungo. (gf)







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