I vescovi degli Stati Uniti: la gravidanza non è una malattia, no alle leggi sulla
sterilizzazione
"La gravidanza non è una malattia, e la fertilità non è una condizione patologica.
La gravidanza e la fertilità non possono essere soppresse con qualsiasi mezzo tecnicamente
possibile". Lo ha ricordato il cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston
e presidente della Commissione episcopale sulle attività della vita, a nome dei vescovi
degli Stati Uniti, i quali ribadiscono con forza la loro opposizione - insieme con
i gruppi American United for Life - a una proposta legislativa, approvata dal Governo
federale, che prevede la copertura finanziaria per la sterilizzazione chirurgica e
il controllo nascite nei piani di assicurazione privata a livello nazionale. Lo riferisce
L’Osservatore Romano. Il provvedimento - secondo i presuli - "metterebbe a repentaglio
il bene delle donne e dei bambini" e sarebbe lesivo della coscienza dei fornitori
di tali servizi. La legislazione sanitaria approvata nel 2010 prevede un elenco di
"servizi preventivi" per le donne che i nuovi piani di assistenza sanitaria devono
coprire senza franchigie o partecipazioni ai costi. Un comitato dell'Istituto di medicina
dell'Accademia nazionale delle scienze ha abbozzato degli orientamenti, non vincolanti,
su richiesta del segretario del Department of Health and Human Services, Kathleen
Sebelius. Il comitato ha raccomandato "l'intera gamma" dei contraccettivi e delle
procedure di sterilizzazione approvati dal Governo federale. Secondo il cardinale
DiNardo, in quelle "raccomandazioni" c'è un'ideologia sottostante che "va al di là
di ogni valutazione oggettiva dei bisogni di salute delle donne e dei bambini". Se
il comitato poi dovesse implementare le sue "raccomandazioni" violerebbe "le profonde
convizioni morali e religiose di molti". L'Institute of Medicine, insomma - ha evidenziato
il porporato - con i suoi consigli ha "perso un'occasione per promuovere una migliore
assistenza sanitaria per le donne e riaffermare il valore inviolabile della vita umana".
È opportuno ricordare che il Department of Health and Human Services degli Stati Uniti
ha incluso nei piani sanitari del Patient Protection and Affordable Care Act (Ppaca)
- ovvero la riforma del sistema sanitario introdotta nel 2010 che ha ampliato considerevolmente
il numero delle persone che beneficiano dei piani assicurativi sanitari - la contraccezione
e i sistemi di sterilizzazione come "servizi di prevenzione per la salute delle donne".
Inoltre, sono state rimosse alcune tutele per gli operatori sanitari che, per esempio,
intendano manifestare la propria obiezione di coscienza in merito ai servizi connessi
con la fecondazione in vitro o la contraccezione chimica. Dall'episcopato si esprime,
ed è sta espressa in più occasioni, la preoccupazione per il rischio che i metodi
contraccettivi e i sistemi di sterilizzazione possano diventare "pratiche comuni nell'ambito
dell'applicazione della riforma sanitaria". Negli Stati Uniti, fra l'altro, è stata
autorizzata la commercializzazione della cosiddetta pillola "Ella" (Ulipristal) definita
come "metodo contraccettivo di emergenza" che può bloccare l'ovulazione, ma anche
agire sull'embrione impedendone l'annidamento nell'utero. A tale riguardo, il cardinale
DiNardo, più volte, ha ribadito che "l'inclusione di servizi come la contraccezione,
la sterilizzazione e la prescrizione dei farmaci abortivi nei piani sanitari pone
un evidente conflitto potenziale con il diritto di coscienza", ricordando che "per
mesi, programmi come il Planned Parenthood e i gruppi pro-aborto hanno premuto affinché
i cosiddetti "servizi preventivi" prevedessero anche la somministrazione dei farmaci
abortivi". In tal modo, e "in maniera arbitraria", "non si proteggono le varie denominazioni
religiose, incluse quelle che costituiscono la spina dorsale della rete di strutture
private di cura, i cui valori respingono questi servizi preventivi".