Rapporto Censis-Confcommercio: l’Italia rischia di tornare nella stagnazione
L’Italia rischia di tornare nella stagnazione. Per Confindustria, “la crescita sarà
quasi nulla nel terzo trimestre, dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell'1,6%
della produzione industriale”. In difficoltà anche le famiglie. Uno studio di Confcommercio-Censis
mette in luce che oltre il 50% dei nuclei ha utilizzato tutto il reddito disponibile
per coprire i consumi e circa il 20%, quasi una su cinque, ha speso più di quanto
ha guadagnato. E per i prossimi mesi le previsioni indicano un calo dei consumi. Alessandro
Guarasci ha sentito il direttore generale Giuseppe Roma:
R. - Il futuro
diventa nuovamente oscuro e quindi quello che si risparmia viene messo da parte. Soprattutto
ci troviamo nella condizione di spesa senza consumi, per cui crescono molto quelle
spese incomprimibili, che sono date dalle tariffe, dalla benzina, dal fisco, dalla
riduzione di protezione sociale, pensiamo alla sanità. Della situazione nella vita
reale, che è quella dei consumi che si scelgono, delle cose che sono necessarie, degli
acquisti che bisogna fare, ci resta veramente poco e quindi anche per il futuro, i
prossimi sei mesi, la previsione per la prima volta è più bassa che non quella del
passato.
D. - Che cosa si taglia soprattutto?
R. - Le
spese meno importanti, per esempio i pranzi fuori, anche per le vacanze naturalmente
si cerca di mantenere almeno qualche giornata, però si tagliano anche i beni di consumo
più tradizionali, penso l’abbigliamento, le calzature, e il rinnovo del mobilio… Questi
tagli della famiglia derivano anche dall’assenza di una politica economica che, giustamente,
tende alla compatibilità macroeconomica, ma ha perso completamente di vista i meccanismi
virtuosi che nell’Italia degli ultimi anni ci hanno consentito il riparo dalla crisi:
il giro delle risorse che ci sono in famiglia, il passaggio della ricchezza anche
intergenerazionale, la pensione dei padri che aiuta i figli. Sono tutti aspetti messi
a dura prova, perché è chiaro che se le pensioni si fermano, se vengono introdotti
i ticket, questo vuol dire spesa maggiore per le persone più anziane, e quindi anche
l’aiuto per quelle più giovani sarà minore e ciò avrà un effetto repressivo. (ma)