Intenzione di preghiera missionaria di luglio: Benedetto XVI ricorda le religiose
impegnate sulle frontiere del Vangelo
Nell’intenzione di preghiera missionaria di luglio, Benedetto XVI invita i fedeli
a pregare “per le religiose che operano nei territori di missione, affinché siano
testimoni della gioia del Vangelo e segno vivente dell’amore di Cristo”. Le religiose
professe – che nel mondo in base ai dati dell’Annuario Pontificio del 2011 sono oltre
729 mila – sono chiamate a testimoniare l’amore di Dio per ogni uomo, attraverso
un carità che si manifesta in azioni concrete. E’ quanto sottolinea al microfono di
Amedeo Lomonaco, la presidente dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi),
madre Viviana Ballarin, già priora generale delle Domenicane di Santa Caterina
da Siena:
R. – E’ un’intenzione
molto importante, perché una religiosa che parte dal proprio Paese per dedicare tutta
la propria vita ed essere consacrata a Dio ed essere totalmente al servizio dei fratelli,
al di fuori della sua terra, della sua cultura, ha bisogno di essere sorretta nella
fede dalla preghiera, dall’amore di tutti i fratelli. La religiosa missionaria è una
donna che vive in pienezza la propria femminilità, inondata dall’amore di Cristo attraverso
un amore forte con Lui. La sua vita diviene una vita che abbraccia il mondo e va con
cuore e mani di madre per poter abbracciare i fratelli e le sorelle che incontrerà
nei luoghi dove è stata inviata.
D. – Quali sono oggi i fondamenti e
i frutti di questa testimonianza?
R. – La ricchezza più grande di una
vita che si dona agli altri è quella di vedere attorno a sé persone che ricominciano
a credere nella vita, che ricominciano ad avere speranze quando forse non ne avevano
più. In tutto questo, il frutto che una religiosa può aspettarsi è quello di veder
risplendere sul volto di queste persone un briciolo dell’immagine di Gesù. Il frutto
non è la costruzione di grandi opere, non è la gloria, non è l’eroismo. Ma è vedere
che il Regno di Dio si allarga attorno a lei e nel mondo. E’ anche veder crescere,
a piccolissime gocce che si espandono, la giustizia, la pace, la fraternità fra i
popoli.
D. - Gocce che si espandono in un mondo però sempre più individualista,
con diverse ombre che purtroppo si allungano. Quali sfide affrontano le religiose
che operano in territori di missione?
R. – Avere il coraggio, nonostante
tutte le correnti contrarie, di essere donne di Dio ed essere persone che annunciano
il Vangelo. Ci sono tante esperienze di donne coraggiose che hanno il coraggio di
lavorare nella solitudine, di essere poi eventualmente messe ai margini, anche imprigionate
ed essere deluse anche tante volte. Ma, nonostante questo, si ha un’unica passione:
portare Lui, condividere Lui con i fratelli.
D. - Poi, quando una religiosa
ha questa passione, è un autentico segno vivente dell’amore di Cristo…
R.
– Sì, e le persone che la incontrano se ne rendono conto, perché quando vive in maniera
autentica il suo amore è come un deserto che fiorisce. E una donna è feconda se il
suo rapporto con lo Sposo è vero e autentico ed è assoluto. Quindi, anche per noi
religiose la fecondità si traduce poi nelle opere. (bf)