Allarme Unicef: nel Corno d'Africa due milioni di bambini gravemente denutriti
Situazione sempre più drammatica nel Corno d’Africa, colpito da una siccità senza
precedenti che sta mettendo in serio pericolo oltre dieci milioni di abitanti. L'Acnur
ha deciso di rafforzare il proprio intervento nell'area, anche se le difficoltà di
accesso costituiscono ancora un grave problema. A essere più colpiti sono i bambini:
per questo l’Unicef, dopo quattro giorni di missione, ha lanciato un appello a tutta
la comunità internazionale affinché disponga dei provvedimenti immediati per tentare
di fermare quella che anche Benedetto XVI, all'Angelus di domenica scorsa, ha definito
una "catastrofe umanitaria". Federico Piana ne ha parlato con Roberto Salvan,
direttore generale di Unicef Italia:
R. – La situazione
è davvero molto drammatica. Lei ha citato i 10 milioni di persone che sono coinvolte
da questa siccità, in modo particolare oltre due milioni di bambini vivono in una
situazione di grave malnutrizione e 500 mila di loro - questa è la stima che abbiamo
fatto in questi giorni - versano in situazioni davvero molto gravi. Il motivo risiede
certamente nei due anni senza pioggia, una pioggia poco sufficiente, nell’aumento
dei prezzi dei cereali e ancora, nel conflitto mai finito in Somalia, soprattutto
nella Somalia del sud. Queste popolazioni che si spostano vengono addirittura poi
anche derubate di quel poco che hanno e arrivano in condizioni disperate nei campi
attrezzati sia in Etiopia che nel Kenya.
D. – Il vostro è un appello
lanciato per i bambini, ma non solo...
R. – E’ rivolto ai bambini, perché
l’Unicef si rivolge in modo particolare a loro nel proprio lavoro. Ma vanno salvate
anche le donne, che possono garantire anche la crescita degli adolescenti e dei ragazzi
un po’ più grandi. C’è una situazione drammatica, che probabilmente noi - anche in
Italia - stiamo ignorando: abbiamo difficoltà a trovare spazi per poter comunicare,
assieme alle altre associazioni e organizzazioni che lavorano qui in Italia, la realtà
di questo dramma che si sapeva sarebbe accaduto, perché ormai di siccità si parla
già da molto tempo nel Corno d’Africa.
D. – Secondo lei, perché la comunità
internazionale non si interessa di quello che succede nel Corno d’Africa?
R.
– La Somalia è un Paese che è stato già abbandonato anni addietro, dopo l’intervento
militare. In realtà, quindi, è un Paese non governato, con continue guerriglie: ora
la situazione a Mogadiscio è un po’ più tranquilla e stanno arrivando a anche persone
che stanno sfollando dal sud della Somalia dove invece ci sono conflitti in atto.
Ma comunque, la Somalia è ignorata perché non c’è il petrolio, perché non ci sono
risorse, perché i media preferiscono magari accendere i riflettori sulla Libia e sulla
Siria, che politicamente sono Paesi che contano di più. La Somalia e anche l’Etiopia
e anche parte del Kenya più povero, quello del nord, non sono così importanti per
la comunità internazionale.
D. - Che aiuto si può dare all’Unicef?
R.
– Prima di tutto, attraverso il nostro sito si può vedere qual è l’intervento, qual
è la situazione sul luogo. Poi, se è possibile, effettuare donazioni e sostenere questa
campagna. (bf)