Usa: continua la mobilitazione della Chiesa contro i tagli di bilancio a danno dei
poveri
Mentre si fa sempre più stringente il dibattito sul bilancio negli Stati Uniti, continua
la mobilitazione della Chiesa affinché la scure dei tagli necessari per ridurre il
debito pubblico americano non colpisca le fasce sociali più povere e vulnerabili della
popolazione. Un appello in tal senso è stato rilanciato nei giorni scorsi dai religiosi
e dai leader laici cattolici in una lettera al Presidente Obama e al Congresso. Nella
missiva – riferisce l’agenzia Cns – essi si dicono “profondamente preoccupati” da
un possibile compromesso tra Obama e i Repubblicani che “sacrifichi i poveri sull’altare
della riduzione del debito. Una simile soluzione - affermano - sarebbe una grave mancanza
politica e un fallimento morale. La crisi – continua il testo - è il frutto di tagli
insostenibili alle tasse, delle spese sostenute per finanziare due guerre e della
crisi finanziaria. Sarebbe dunque gravemente immorale - conclude – caricare il peso
del debito sulle spalle della classe media e dei poveri colpendo Medicaid, Medicare
- i due programmi di assistenza sanitaria pubblica degli Stati Uniti - e l’assistenza
sociale”. Dello stesso tenore un’altra lettera sottoscritta da 5mila religiosi aderenti
al “Circle of Protection” (Circolo di protezione), l’iniziativa ecumenica lanciata
ad aprile per contrastare ulteriori riduzioni della spesa destinata ai programmi e
ai piani anti-povertà del Congresso degli Stati Uniti. La missiva ricorda che le Congregazioni
religiose che gestiscono diverse opere caritative non possono sostenere da sole l’assistenza
ai poveri nel Paese e che i loro programmi di aiuto alimentare coprono appena il 6%
del fabbisogno, contro il 94% coperto dal governo. Anche la Conferenza episcopale
americana (Usccb) è intervenuta più volte in questi mesi contro i tagli ai danni dei
poveri, ricordando il dovere morale di tutelare i più deboli anche nelle attuali difficoltà.
(L.Z.)