'Non esiste
attualmente una nozione "comunitaria" di embrione umano. Per questo l'atteso parere
finale della Corte di Giustizia dell'UE sulla nullità di un brevetto che riguarda
l'utilizzo commerciale di cellule staminali embrionali avrà un particolare valore'.
Lo spiega il prof. Antonio G. Spagnolo, direttore dell'Istituto di Bioetica dell'Univer.
Cattolica di Roma. Il dibattito sulla brevettabilità dei sistemi per produrre
cellule, in un contesto commerciale ed economico, riaccende quello etico-giuridico
sugli embrioni umani e spacca la comunità sceintifica. 'Speriamo che le ragioni economiche
delle industrie biotecnologiche non abbiano il sopravvento sulle ragioni etiche' commenta
Spagnolo. 'La nostra vita inizia con il concepimento' - sottolinea il neonatologo
Carlo V. Bellieni- 'per cui l'embrione è già una persona umana. E non perché lo dice
la Chiesa Cattolica, ma perché lo dice la scienza'. 'Di conseguenza l'embrione non
è un'aspirina - aggiunge - e non può essere utilizzato per curare un'altro essere
umano'. ( di Fabio Colagrande )