Pakistan: la Caritas in prima linea nella lotta al lavoro minorile
Ribadire l’impegno della Chiesa in Pakistan per porre fine al lavoro minorile e cercare
di ridurre la povertà delle famiglie del Paese: con questo obiettivo si è svolto giovedì
scorso, nella parrocchia del Santo Rosario di Faisalabad, un seminario sull’importanza
dell’istruzione scolastica. L’evento, organizzato da Caritas Pakistan, si è tenuto
ad un mese dalla Giornata mondiale contro il lavoro minorile, celebrata lo scorso
12 giugno, e ha visto la presenza di circa 250 bambini lavoratori, insieme con i loro
genitori. In particolare, Rafia Ashfaq, direttore del Centro cattolico di sviluppo
umano, ha sottolineato l’importanza dell’educazione e della tracciabilità degli abbandoni
scolastici: “Il consiglio diocesano per l’educazione – ha spiegato – dovrebbe includere
questo punto nelle sue indagini annuali, poiché esso aiuterà a valutare la situazione
socioeconomica delle famiglie cristiane”. Naturalmente, non è la prima volta che Caritas
Pakistan scende in campo a fianco dei bambini: già dal 2007, l’organizzazione ha avviato
12 centri educativi in 12 parrocchie di Faisalabad. Attualmente, circa 360 bambini-lavoratori
frequentano tre ore di lezione al giorno ed altri 84 sono stati integrati a tempo
pieno nelle scuole cattoliche locali. Importante, poi, il coinvolgimento delle famiglie,
affinché non rinuncino alla formazione scolastica del figlio per non perdere la sua
paga lavorativa giornaliera. Per questo, come ha spiegato Asher Nazir, direttore del
programma Caritas destinato ai minori, la Chiesa ha cercato di risolvere il problema
con un progetto di generazione di reddito per le piccole imprese, che offre in prestito,
ai genitori 15 mila rupie, pari a 336 dollari americani, con un tasso di interesse
relativamente basso. E finora, già 95 famiglie hanno ricevuto la somma richiesta.
D’altronde, il lavoro minorile è una piaga particolarmente presente in Pakistan, dove
si contano circa tre milioni di bambini-lavoratori. Ma la percentuale è alta anche
in tutto il resto dell’Asia: secondo i dati di Anti-Slavery International, nel continente
il 60% dei minori è costretto a lavorare e, fra questi, il 90% sono bambine. (I.P.)