2011-07-17 14:49:24

L'inferno silenzioso delle carceri italiane: detenuti ammassati, personale ai minimi termini


Nei primi sei mesi di quest'anno, 34 sono stati i suicidi nelle carceri italiane e 532 i tentativi. Oltre 2.500 gli episodi di autolesionismo grave, 153 le aggressioni a danno degli agenti. A fornire i dati è la "Uil Pa Penitenziari". Questi numeri, denuncia il sindacato, "coniugati all'imminente esaurimento dei fondi per l'ordinaria amministrazione, testimoniano l'imminente implosione dell'intero sistema penitenziario". A oggi, nelle prigioni vivono quasi 70 mila persone, circa 23 mila in più rispetto alla disponibilità di posti. Una situazione di sovraffollamento denunciata anche dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che di recente ha visitato le carceri della Regione. Fabio Colagrande lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – La situazione ormai è arrivata ad un punto che sembra di non ritorno. Abbiamo un affollamento enorme, abbiamo aule dedicate alla socialità che sono state trasformate in celle, abbiamo celle da quattro posti, nelle quali ci sono dieci, undici, dodici detenuti, con tanti letti messi uno sull’altro e detenuti che dormono per terra, abbiamo una situazione igienico-sanitaria spaventosa. Inoltre, non vedo una capacità di far sì che le forze politiche prendano atto di questa realtà e si dedichino a risolverla.

D. – Non c’è solo il sovraffollamento, ma c’è anche una situazione drammatica, aggravata dalla carenza di personale e di risorse finanziarie...

R. – C’è stato un taglio delle risorse finanziarie recentissimo, che porterà come conseguenza a una riduzione delle mercedi che vengono date ai detenuti che lavorano in carcere. Inoltre anche le cooperative sociali – che assumono detenuti in lavorazioni interne od esterne al carcere – rischiano di avere tagli enormi, per cui non possono mantenere le persone nel lavoro. Persino la manutenzione ordinaria non viene più garantita. C’è da dire poi che tutto il personale sta soffrendo le pene dell’inferno, perché la polizia penitenziaria, che si trova nel carcere 24 ore su 24, ormai è ridotta ai minimi termini.

D. – Veniamo in particolare al caercere romano di Regina Coeli, dove sono reclusi 1141 detenuti a fronte di 724 posti. Lei, nella sua analisi, evidenzia anche le cause di questo sovraffollamento dato dal numero degli arresti...

R. – In pratica, le norme approvate nel nostro Paese sono norme che privilegiano sempre la custodia cautelare: sempre. Ora, accade che le persone vengano arrestate e portate in carcere anche quando si potrebbe evitarlo, come dice il Codice. D’altra parte, tante persone potrebbero benissimo essere messe agli arresti domiciliari o anche nelle comunità terapeutiche, laddove si tratti di tossicodipendenti.

D. – Sempre per quando riguarda la situazione di Regina Coeli, lei ha parlato di un edificio che ormai è una vecchia struttura...

R. – Sì, è una struttura vecchia, antica, che peraltro nacque a suo tempo per altri scopi, ed è una struttura che cade a pezzi: ogni giorno c’è da riparare qualcosa. Inoltre, non ha gli spazi per la socialità. Se uno va a vedere come stanno i detenuti quando c’è l’ora d’aria, vede un cortile cintato da mura alte, tutto cemento, senza niente, dove se ne stanno al sole o all’ombra. E quella non è un’ora d’aria, diventa quasi un’ulteriore pena aggiuntiva. L’affollamento, poi, aggrava ancora questa situazione, in carenza di personale, che effettivamente è drammatica. Il personale della polizia penitenziaria è stressato, subisce anche danni psicologici molto gravi.(ap)







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