2011-07-16 08:08:32

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa 16.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta tre parabole. Nella prima Gesù paragona il regno dei cieli a un campo dove un uomo ha seminato del buon seme. Ma mentre tutti dormono viene il suo nemico, che semina della zizzania in mezzo al grano. Una volta cresciuta, i servi vogliono subito sradicare la zizzania, ma il padrone del campo – afferma Gesù – risponde:

“No, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

A mali estremi, estremi rimedi, dice un proverbio. Nel campo seminato a grano buono spunta inattesa anche la zizzania, erba inutile e anche dannosa, che rischia di togliere humus e spazio al grano. È il problema della presenza in questo mondo non solo del bene, ma anche del male: specie quello provocato dalla malvagità umana. È forse una smentita palese della bontà di Dio, anzi una minaccia al bene da lui diffuso? Allora meglio intervenire subito, stroncare e tagliare, prima che faccia troppo danno. Eppure Dio non ha fretta, non sradica tutto perché rimanga solo il bene; i suoi tempi non sono i nostri, egli attende e valuterà. Bene e male sono proprio come due pianticelle, crescono tante volte molto vicine, e bisogna saperle distinguere, senza infiammarsi di santo zelo aggressivo, che rischia di fare ancor più danno: proprio come dice la parabola, sradicando grano buono e zizzania. Questa parabola è associata nel testo alla similitudine del granellino di senape e del lievito nella pasta: tutti e due danno effetti grandi, quasi impensabili. Ecco allora l’insegnamento: il bene è presente sempre, anche se a volte sembra tanto discreto. Ma custodito e sostenuto con discrezione diviene grande realtà, prova di una fecondità generosa e sapiente. Chi ha orecchi, ascolti!







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