Non dimenticare la Somalia: editoriale di padre Lombardi
Sulla drammatica situazione umanitaria che sta colpendo milioni di somali ascoltiamo
la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale
per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
La siccità
che ha colpito la regione del Corno d'Africa ha creato una situazione drammatica di
emergenza umanitaria di cui la popolazione somala è la vittima principale. Fame e
sete spingono innumerevoli persone a una disperata ricerca di aiuto, fuggendo anche
verso i Paesi confinanti, nei cui campi profughi affluiscono quasi duemila persone
al giorno. Si parla di estenuanti marce a piedi sotto la minaccia e gli attacchi dei
predoni, e di bambini attaccati perfino da branchi di iene.
Nel luglio
del 1989 mons. Salvatore Colombo, vescovo di Mogadiscio, era stato assassinato davanti
alla porta della cattedrale. Da allora, l'amministratore apostolico della diocesi
risiede fuori del Paese. Nel 2003 la volontaria laica infermiera Annalena Tonelli
veniva assassinata a colpi di fucile nel Somaliland, poi era la volta di suor Leonella
Sgorbati, morta - come ricordava il Papa il 7 gennaio 2007- "invocando il perdono
per i suoi uccisori". Sono solo tre nomi, per dire che la Chiesa cattolica è presente
e soffre con il popolo somalo, ma le vittime innocenti sono ormai incalcolabili, anche
fra le altre confessioni cristiane per l'odio integralista, e fra la popolazione inerme
per la lotta armata fra le fazioni politiche ed etniche. Da vent'anni il Paese è senza
guida, davanti alle sue coste imperversa la pirateria, molti operatori umanitari hanno
dovuto abbandonare il loro impegno per le violenze e le minacce di cui sono oggetto.
Anche se il Papa ricorda la Somalia ogni anno nel suo discorso ai diplomatici,
è diffusa la sensazione che l'opinione pubblica mondiale e la comunità internazionale
si siano rassegnate e abbiano abbandonato questo disgraziato Paese al suo destino.
Anche noi cerchiamo di dimenticarlo, o le immagini orribili e gli appelli angosciosi
di questi giorni riusciranno a risvegliare il nostro senso di responsabilità e di
solidarietà?