L’Onu denuncia stupri di massa nella Repubblica Democratica del Congo
La denuncia, formulata dalla Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh),
anche a nome di altre organizzazioni congolesi quali Asadho e Lega degli elettori,
è fra le più tremende: 300 donne, 55 ragazze, 9 ragazzi e 23 uomini sono stati oggetto
di uno stupro di massa nella regione Walikale, nella Repubblica Democratica del Congo.
La notizia, arrivata a pochi giorni dalla pubblicazione dell’indagine dell’Ufficio
congiunto dell’Onu per i diritti dell’uomo, è riferita dall'agenzia Misna, che ha
sentito in proposito il segretario di Fidh, Paul Nsapu: “A oggi solo una persona sarebbe
stata arrestata e messa sotto accusa per questi stupri di massa”, è la sua drammatica
testimonianza. Stando a quanto ricostruito dalle Nazioni Unite, i colpevoli delle
violenze sarebbero gruppi ribelli tra cui le Forze democratiche di liberazione del
Rwanda e i Mayi-Mayi Sheka. Ancora prima, il mese scorso, casi simili si sono verificati
ad Abala, Kanguli e Nyakiele, nel sud Kivu: le vittime sarebbero 200 donne violentate
dagli uomini armati del ‘colonnello Kirafu’. “Le indagini in corso non bastano – conclude
Nsapu – gli stupri commessi sono crimini contro l’umanità e vanno giudicati dalla
giustizia congolese o, in mancanza di questa, dalla Corte Penale Internazionale”.
L’organizzazione per i diritti umani, infatti, afferma che episodi del genere in Congo
avvengono da dieci anni nella più totale impunità. (R.B.)