"Ci sarà un aumento
ulteriore della povertà in Italia, come già oggi certifica l’Istat. Uno dei problemi
di questa manovra - afferma il politologo Antonio Maria Baggio a 105 Live della Radio
Vaticana, è che molti dei provvedimenti sono posticipati al 2013 e 2014, a dopo le
elezioni. E’ chiaro che ciò incoraggia gli speculatori, diffonde incertezza e tutto
ciò, si traduce matematicamente in maggiore povertà. C’è una povertà che viene creata
dall’assenza di decisioni politiche". “Ci sarebbero stati dei provvedimenti molto
utili da prendere ad iniziare dall’abolizione delle province. Il fatto che neppure
si sia voluto iniziare il discorso dice qual è il Paese di riferimento per i politici.
Cioè, non le famiglie, perché sono state toccate, non i ceti produttivi perchè non
sono stati aiutati, ma la società di riferimento sembra essere composta da quei ceti
che godono di una rendita sociale e di posizione e questo certamente non è un segnale
positivo”. "I cittadini si sentono presi in considerazione, spiega il prof. Baggio,
docente di Etica Politica all'Università Sophia di Loppiano fondata da Chiara Lubich,
solo quando è il momento di salvare un sistema e coloro che si sono assunti la responsabilità
di rappresentarli poco hanno fatto per evitare perché si creasse l’emergenza". Sembra
ormai chiaro che ci voglia un ricambio forte della classe politica ( nella foto,
l'aula della Camera vuota al momento della chiama per il votodi fiducia), e per
farlo bisogna cambiare la tanto vituperata legge elettorale. Che affida ai capi dei
partiti la scelta degli organi legislativi e questo è una cosa indegna di un stato
di diritto. Nel senso che gruppi di privati decidono su organismi pubblici che decidono
le sorti di un Paese. Allora cambiare la classe politica ma serve anche che la società
si renda più protagonista nel compiere un’agenda per la politica. A volte c’è l’impressione
che chi potrebbe parlare e ne avrebbe anche i mezzi culturali, la dottrina, parlo
dei cattolici, non lo faccia in modo adeguato". ( di Luca Collodi )