2011-07-15 15:07:52

Il cardinale Scherer: comunicare con le nuove tecnologie, ma senza cadere nella superficialità


In che modo la Chiesa del Brasile si muove nel “continente digitale”, soprattutto lungo le piste più trafficate dai giovani, quelle dei social network? È una delle domande di lavoro del Seminario sulla comunicazione, il primo nel suo genere, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dalla Conferenza episcopale brasiliana e ospitato – da martedì scorso e fino a domani – dall’arcidiocesi di Rio de Janeiro. Un incontro-dibattito sulla comunicazione come fenomeno globale e in rapporto all’azione pastorale. L’inviato della redazione brasiliana della nostra emittente, Silvonei Protz, ne ha parlato con uno dei partecipanti, il cardinale Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile:RealAudioMP3

R. - Noi ci siamo preoccupati di avere mezzi di comunicazione della Chiesa che fossero a portata di mano, per poter comunicare con la gente vicina e lontana. Oggi possiamo dire che la Chiesa ha a disposizione diversi mezzi importanti di comunicazione: reti tv, radio e poi l’internet, che è a portata di tutti. Certo bisogna - è questo che noi vogliamo fare qui - riflettere sul modo di fare comunicazione, sul significato della comunicazione per la cultura contemporanea, per i nuovi modi di vita, di espressione, che sono in qualche modo influenzati dai mezzi di comunicazione, dalla comunicazione sociale. Questo allora ci interessa molto, anche come vescovi, come Chiesa, perché noi dobbiamo essere comunicatori e dobbiamo essere comunicatori della buona novella nel migliore dei modi. Per questo dobbiamo capire a chi ci rivolgiamo, come fare questa comunicazione nel nostro tempo, nella nostra cultura, e quale sia anche l’impatto della comunicazione sociale oggi sulla gioventù, sull’infanzia, sulla società in genere, sui modi di pensare, sui valori. In questo modo possiamo anche capire meglio la cultura, la società, le persone a cui noi ci dobbiamo rivolgere con la nostra comunicazione.

D. - Il Santo Padre nel suo messaggio per le comunicazioni sociali parla anche delle reti sociali e dell’importanza di queste reti oggi nella vita delle persone. Come lei vede allora in Brasile, che è un Paese molto giovane, la presenza di questi giovani in queste reti?

R. - E’ un fenomeno nuovo. Per noi persone di una certa età a volte è un po’ faticoso e siamo stupiti, però il mondo è questo: i giovani oggi sono in rete tutto il tempo, sono in comunicazione, ma bisogna vedere quale tipo di comunicazione facciano. Quindi, come fare comunicazione? Come entrare nel loro mondo? Questo ci interessa. Grazie a Dio anche la Chiesa è in rete e tanti vescovi hanno i loro siti in internet e sono presenti nelle reti sociali. Credo che siano nuove possibilità immense che si presentano per l’evangelizzazione, anche se dobbiamo sempre dire che queste reti sociali non bastano a se stesse. Immagino la comunicazione nelle reti sociali attraverso internet un po’ come una grande piazza nella quale tutti sono in rete, in comunicazione, ma come nascosti dietro una maschera, come in un grande ballo in maschera o un grande teatro dove tutti sono attori o attrici e dove tutti cercano di dare il loro messaggio ma senza farsi conoscere bene. La Chiesa non si può limitare a una comunicazione superficiale: deve cercare di approfondire la comunicazione e il messaggio che deve trasmettere. (bf)







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