2011-07-15 14:10:51

Crisi delle vocazioni: la Chiesa europea raccoglie le sfide dell'evangelizzazione


“L’Europa di oggi è simile a un malato che avverte sintomi dolorosi che lo fanno soffrire, ma non ha voglia di andare dal medico per una diagnosi ed è ancora meno disponibile a sottoporsi a una terapia”. Con questa metafora il vicesegretario del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee), il polacco don Ferenc Janka, ha spiegato la realtà secolarizzata del Vecchio continente, la crisi delle vocazioni e la necessità di raccogliere nuove sfide in tema di evangelizzazione, all’indomani della chiusura del convegno dell’European Vocations Service svoltosi a Horn, in Austria. L’assemblea riunita, riferisce L’Osservatore Romano, rileva che le vocazioni sono in calo non solo in Europa, ma in tutto il mondo, tanto che il tema scelto per il dibattito era “La vocazione è il cuore stesso della nuova evangelizzazione”; tra i relatori anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. “C’è uno stretto nesso tra la malattia dei concetti e dei comportamenti – prosegue la metafora don Janka – una libertà senza responsabilità, l’io senza il noi, la scienza senza la fede, l’intelletto senza il cuore, il mondo senza Dio sono necessariamente malati. La difficoltà delle vocazioni e dell’evangelizzazione, per essere curate, richiedono consapevolezza della malattia, fiducia nel medico e disponibilità a seguire le prescrizioni mediche”. Il vicesegretario del Ccee ha sottolineato la grande intuizione del Concilio Vaticano II: la penetrazione da parte della cultura vocazionale della pastorale giovanile e familiare, oltre alla cura specifica da riservare alle vocazioni sacerdotali e alla vita consacrata, perché “Dio chiama personalmente ognuno di noi e ci affida una specifica vocazione”. “Una vita autenticamente cristiana e le qualità personali del responsabile per le vocazioni – secondo don Janka – sono più importanti di ogni tecnica o mezzo di comunicazione”. Infine, ci si è chiesti su cosa l’Europa debba lavorare di più: se sui metodi, sui linguaggi oppure sui contenuti. “Solo l’amore è credibile – è la risposta di don Janka – l’amore è anzitutto un’esperienza di comunione a tre dimensioni: Dio, gli altri e me stesso. La convinzione più errata dell’uomo di oggi, come di tutte le epoche, è che solo pochissimi altri siano necessari alla sua realizzazione e di non aver affatto bisogno di Dio”. Quanto ai mezzi, infine, ovviamente internet è stato individuato come quello principale, in grado di “favorire un autentico sviluppo integrale della famiglia umana”. (R.B.)







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