Attacco terroristico a Mumbai. Il cardinale Gracias: la solidarietà prevale sulla
violenza insensata
In primo piano il triplice attentato a Mumbai, in India, che ieri ha provocato almeno
18 vittime e un centinaio di feriti facendo sprofondare nuovamente la città e il Paese
nell’incubo terrorismo. Il governo stamattina ha rivisto al ribasso il primo bilancio
di 21 morti. Per il momento nessuna rivendicazione, mentre le autorità ritengono che
sia troppo presto per fare ipotesi sui responsabili. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Un nuovo
sanguinoso attacco al cuore della città, dopo quello del 2008. E’ avvenuto nel giro
di mezz’ora: due esplosioni nella zona sud e una in pieno centro, mentre si parla
del ritrovamento di un quarto ordigno inesploso. La polizia ha blindato immediatamente
la capitale finanziaria dell’india, così come anche altre città del Paese. Sul posto
si sono recate anche le massime autorità locali e nazionali - il premier Sing e la
presidente del Congresso Sonia Gandhi - per esprimere solidarietà ai familiari delle
vittime. L’opposizione indo-nazionalista, però, accusa il governo di Nuova Delhi di
non essere capace di affrontare l’emergenza terrorismo. Un’azione coordinata, quella
di ieri, condotta attraverso congegni improvvisati, chiamati IED. Nessuno esplicita
i sospetti nei confronti dell’area del fondamentalismo islamico: gruppi indiani e
pakistani, storicamente contrari ad ogni tipo di riconciliazione tra i due Paesi vicini,
i quali negli ultimi tempi hanno avviato una nuova fase di dialogo. Dal Pakistan,
sospettato dall’India di essere coinvolto con i fatti di tre anni fa, è arrivato un
comunicato ufficiale in cui si esprime costernazione per la perdita di vite umane,
senza parlare esplicitamente di attentati. Condanna anche da parte del Consiglio di
Sicurezza dell’Onu, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, con il presidente Obama
che ha garantito il massimo appoggio all’India - che definisce “uno stretto amico
e partner” - per catturare i responsabili degli “atroci attacchi”.
“Atti
vergognosi”, frutto di “violenza insensata”. Lo scrivono i vescovi dell’India in un
messaggio di cordoglio riguardante i gravi attentati di ieri a Mumbay. “Crediamo sia
un momento – si legge nel testo – in cui tutta la nazione abbia bisogno di essere
unita per affrontare il terrorismo con la massima fermezza”. Tra le persone più colpite
da questa nuova strage che ha insanguinato Mumbai è certamente il cardinale arcivescovo
della città, il cardinale Oswald Gracias. Charles Collins, della nostra
redazione inglese, lo ha intervistato:
R. – The
Church of Mumbai ... La Chiesa di Mumbai ha condannato fortemente questo
atto di terrorismo e noi abbiamo dato le nostre condoglianze alle famiglie di coloro
che hanno perso la vita. Noi assicuriamo ogni assistenza, tutte le nostre istituzioni
si renderanno disponibili per qualsiasi tipo di aiuto verso queste persone. Noi preghiamo
perché lo spirito dell’amore, della pace, dell’unità e dell’armonia prevalga nelle
nostre città e nel nostro Paese affinché non si verifichino più, in futuro, attacchi
di questo genere. Se tutto quello che è compreso nel Vangelo – lo spirito d’amore,
l’aiuto disinteressato, l’impegno per il prossimo, la comprensione – prevarrà, tutti
queste azioni insensate di terrorismo non avverranno più. Dall’altra parte, avviene
una cosa particolare a Mumbai: la gente accorre ad aiutare a prescindere dalla religione,
dalla casta, dalla comunità, dalla razza: tutti si uniscono per aiutare le persone
in difficoltà. Proprio questa mattina abbiamo trovato nella posta elettronica messaggi
da medici, operatori sociali, istituzioni che offrono aiuto. C’è quindi uno spirito
di solidarietà e disponibilità all’aiuto; dall’altra parte, c’è rabbia perché queste
cose continuano a ripetersi ancora e ancora … (ap)