Tremonti: la manovra economica sarà approvata entro venerdì. Dall'opposizione niente
ostruzionismo ma voto contrario
La manovra economica approda domani in aula a Palazzo Madama, dove sarà approvata
in giornata. Venerdì sera il via libera definitivo alla Camera. Il decreto per il
pareggio di bilancio sarà rafforzato su tutto il quadriennio, ha sottolineato il ministro
dell’Economia Tremonti. Reazione positiva da Fitch: il rating dell’Italia non cambia.
Il servizio di Giampiero Guadagni
Sulla crisi
economica che, a partire dal 2009, ha investito l’Europa ascoltiamo al microfono di
Amedeo Lomonaco l’economista Giacomo Vaciago:
R. - La crisi
della zona euro inizia nel novembre 2009 con l’emergenza greca e prosegue con una
serie di Paesi che sono via via in ordine di problemi meno gravi: il Portogallo, l’Irlanda,
la Spagna, il Belgio e l’Italia. Idealmente questa era la graduatoria. Noi sapevamo
che c’era un ‘problema Italia’ ma sapevamo anche che c’era tutto il tempo per curarlo.
D.
- A proposito di cure, come arrestare, adesso, questa sorta di effetto-domino?
R.
- Partiamo dalla diagnosi: quali sono i problemi e cosa hanno in comune questi Paesi?
In comune hanno poca crescita e molto debito. Lo scorso venerdì è stato drammatico,
una tragedia: all’improvviso il mondo non credeva più all’Italia. Lo shock è stato
forte ed in parte si è visto anche il lunedì successivo. A questo punto, i rimedi
sono due: crescere di più e ridurre il debito. Ci vogliono quindi quelle riforme che
favoriscano la crescita del Paese e, dall’altra parte, riforme che ridimensionino
il debito pubblico.
D. - La manovra economica in Italia può realmente andare
verso rigore e crescita?
R. - Bisogna guardarla criticamente con questi due
occhi. Attenzione, non è facile. Queste cose non si fanno in un giorno. La “spending
review” - la revisione della spesa - vuol dire che per ogni euro che lo Stato spende
c’è una motivazione: a cosa serve? Qual è il beneficio che ne ricava il cittadino
e, in generale, il Paese? Si ha l’impressione che, non avendo mai fatto quest’esercizio
negli ultimi 50 anni, ci sia molta spesa pubblica che è inutile.
D. - Mettiamoci
ora dalla parte delle famiglie e dei piccoli risparmiatori: come difendersi dalla
crisi e, soprattutto, i conti correnti sono al riparo?
R. - E’ chiaro che quando
c’è la crisi tutti soffrono, in particolare chi si trova nel mirino della speculazione.
Se la propria ricchezza è composta da titoli azionari di banche, negli ultimi giorni
si è scoperto di aver perso un terzo del patrimonio, che non è uno scherzo. Attenzione
però: la vera garanzia del benessere è data dalla capacità del Paese di produrre reddito.
Se ci sono quindi disoccupati e se le industrie vanno male, sarebbe strano che i soldi
sul conto in banca e così via rimanessero l’unica cosa che non perde valore. Si deve
sapere che in un Paese che va male, i ricchi sono pochi e non necessariamente i migliori.
(vv)