Censis-Ucsi: oltre metà degli italiani conquista internet ma diffida delle notizie
che legge e ascolta
Cambia la dieta mediatica degli italiani, ovvero le abitudini di lettura di giornali,
di ascolto e visione di radio e tv e di navigazione on line. A segnare la differenza
soprattutto i giovani, come evidenza il IX Rapporto sulla comunicazione, elaborato
dal Censis in collaborazione con l’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi). Lo studio
dal titolo “I media personali nell’era digitale” è stato presentato stamane alla stampa
a Roma. Il servizio di Roberta Gisotti.
Quasi la
metà degli italiani, oltre il 45% non legge più giornali cartacei, se leggono qualcosa
lo fanno solo attraverso uno schermo, soprattutto i giovani: il 53,3 % li ha abbandonati
per navigare su Internet. L’utenza della Rete cresce infatti di 6 punti in due anni,
a quota 53,1.
Se i quotidiani a pagamento perdono il 7% di lettori
tra il 2009 e il 2011, la lettura delle testate on line è stabile intorno 18%. Mantiene
invece il primato quale fonte d’informazione la Tv, l’80,9% guarda i Tg, ma tra i
giovani la percentuale scende al 69,2, avvicinandosi al 65,7 che s’informa tramite
Google e al 61,5 attraverso Facebook. In generale, dopo i Tg seguono i Gr a quota
56,4, poi i quotidiani (47,7), i periodici (46,5), il televideo (45), i motori di
ricerca (41,4), i siti di informazione (29,5), i social network (26,8) e i quotidiani
on line (21,8).
In campo televisivo, gli utenti digitali sono arrivati
al 76,4%, la Tv satellitare rimane al 35,2% ma cresce la web Tv al 17,8%, grazie soprattutto
ai giovani: il 40,7 la vede abitualmente. Resta invece marginale l’utenza della Tv
mobile all’0,9 %, che sale all’1,7 tra i giovani. Prevalenti i palinsesti ‘fai da
te’, per cui il 12,3 attinge ai siti delle stesse emittenti per seguire i programmi,
il 22,7 utilizza You Tube, il 17,5% - percentuale che sale al 36,2 fra i giovani -
segue programma scaricati dal web da altri utenti. In calo la reputazione dei giornalisti,
pure giudicati competenti dal 76,8 % degli italiani oltre il 67% li giudica poco indipendenti
e spregiudicati: per un cittadino su due sono poco affidabili, e tra i giudizi negativi
spicca la smania di protagonismo. Quanto a credibilità dei vari media, in una scala
da 1 a 10 la Tv merita 5,7, i giornali 5,9, la radio 6,2, internet 6,5. La gente,
dunque, in gran parte non si fida di quello che legge sente vede. Un paradosso su
cui riflettere nell’era multimediale.