2011-07-13 15:14:38

Attacco kamikaze in Afghanistan: uccisi 5 soldati francesi


Non si ferma la violenza in Afghanistan: in un attacco kamikaze nell'Est del Paese sono rimasti uccisi 5 soldati francesi dell'Isaf e un civile afghano. Il governatore di Helmand è uscito illeso da un attentato nella provincia di Kandahar, mentre si recava ai funerali del fratellastro del presidente, Ahmid Karzai. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

E’ giunta in fine mattinata la notizia che i soldati Isaf uccisi in un attentato nella provincia di Kapisa sono cinque e di nazionalità francese. L’attentato suicida ha colpito una base della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, a guida Nato. La giornata era cominciata con un fallito attentato: una bomba telecomandata è esplosa al passaggio del convoglio del governatore di Helmand, che stava recandosi alla cerimonia funebre - svoltasi regolarmente nei pressi di Karz - del fratello del presidente afghano Karzai, Ahmed Wali, ucciso ieri a colpi di pistola da una delle sue guardie del corpo mentre si trovava nella sua casa blindata a Kandahar. Uomo potente del sud dell'Afghanistan, n personaggio anche controverso, accusato da alcuni di corruzione e traffico di droga. I talebani hanno rivendicato la sua uccisione. D’altra parte, l'area è una delle regioni più instabili ma anche strategiche del Paese, dove le forze della Nato tentano di frenare l'avanzata proprio dei talebani. Domani, a Roma, nella basilica di Santa Maria degli Angeli si svolgeranno i funerali del primo caporal maggiore italiano, Roberto Marchini, ucciso a 28 anni ieri, nell'ovest dell'Afghanistan, dall’esplosione di un ordigno.

Riconoscimenti e accuse sui diritti umani per i ribelli in Libia
I tre Paesi del Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) hanno deciso di riconoscere il Consiglio nazionale di transizione (CNT) libico quale “rappresentante legittimo del popolo libico durante la transizione”, che dovrà portare all'uscita di scena di Gheddafi. Lo ha riferito il ministro degli Esteri belga, che con i colleghi del Lussemburgo e dell’Olanda incontra oggi a Bruxelles una delegazione del Cnt. Intanto, l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani "Human Rights Watch" (Hrw) sostiene che gli insorti in Libia nella loro avanzata verso Tripoli si sono resi responsabili di incendi, saccheggi e abusi sulle popolazioni civili. In un comunicato, il movimento sostiene di “essere stato testimone di certi atti”, mentre di altri è venuto a conoscenza parlando con testimoni e con “un comandante degli insorti”.

Obama condanna l’attacco alle ambasciate in Siria
Monito alla Siria da parte di Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti, riferendosi agli attacchi di cui sono state oggetto a Damasco le ambasciate americana e francese, ha detto in un'intervista alla Cbs: “Nessuno ha il diritto di prendere di mira la nostra ambasciata”. Obama ha anche aggiunto che il presidente siriano, al-Assad, “perde occasione dopo occasione di portare avanti riforme” verso una transizione democratica, e a suo avviso “perde legittimità agli occhi del suo popolo”. Obama ha ribadito quanto detto in questi giorni sia dal segretario di Stato, Hillary Clinton, sia dal portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.

Ucciso studente palestinese nel campo profughi di Far'a
Era uno studente universitario il giovane palestinese rimasto ucciso oggi nel campo profughi di Far'a presso Nablus, in Cisgiordania. Il giovane si è trovato coinvolto in incidenti fra reparti dell'esercito israeliano e dimostranti, mentre usciva da una moschea. L'unità israeliana era entrata nel campo profughi per arrestare alcuni militanti della Jihad islamica. Il giovane è stato colpito da almeno un colpo di arma da fuoco ed è deceduto mentre veniva trasportato all'ospedale Rafidiye di Nablus.

26 arresti e 16 feriti per i duri scontri ieri a Belfast
Ventisei arresti e 16 feriti: è questo il bilancio degli scontri di ieri sera a Belfast, quando le Forze dell'ordine hanno cercato di impedire una contro-manifestazione organizzata da un gruppo nazionalista, la Greater Ardoyne Residents Coalition, in margine alla tradizionale parata protestante degli Orangisti. L'assistente commissario che ha coordinato la risposta della polizia ha denunciato “un livello di violenza purtroppo mai visto prima”. Emer Mccharty della nostra redazione inglese ha intervistato mons. Donal McKeown, vescovo ausiliare della diocesi irlandese di Down and Connor:RealAudioMP3

R. – In queste settimane, intorno al 12 luglio, c’è sempre un periodo abbastanza teso qui, in Irlanda del Nord in generale, e nello specifico a Belfast. Questo perché, come sappiamo, il problema che si presenta non è tra cattolici e protestanti, ma forse tra coloro che si sentono irlandesi e coloro che si sentono inglesi. Infatti, c’è tensione quando marciano gli orangisti, i membri di questo Orange Order, che insistono sulla fedeltà dell’Irlanda del Nord alla regina inglese. E ci sono persone che intorno a questo tipo di contestazioni vogliono utilizzare le tensioni per altri motivi. Alcuni giovani, forse, durante l’estate, di sera, quando magari hanno bevuto, vogliono partecipare a questi disordini solo tanto per fare qualcosa. Ma c’è anche chi è contro il processo di pace che si sta attuando a Belfast. E queste persone sono molto contente di poter sfruttare questi scontri per dimostrare al mondo che questo governo dell’Irlanda del Nord fra Sinn Fein ed il partito l’Ulster Unionist Party (Uup) non può reggere. Per questo motivo, il vescovo della nostra diocesi, di Down and Connor, mons. Noël Treanor, lo scorso sabato ha fatto una dichiarazione in cui chiedeva a tutti - anche a quella maggioranza di persone che vuole la pace - di non fare nulla che possa aiutare chi intende creare problemi e disordini, perché l’unica via è quella di andare avanti attraverso il dialogo, che può risolvere tutti i problemi. Questo è l’unico messaggio del Vangelo e per questo motivo il vescovo - come tanti altri capi delle diverse Chiese protestanti - ha detto che una soluzione si può sempre trovare e che con la violenza è impossibile raggiungere un accordo. I disordini rendono ancora più distante la possibilità di un accordo. (vv)

Ancora negoziazioni sul debito a Washington
I repubblicani rilanciano e aumentano la pressione su Barack Obama. Le negoziazioni per l'aumento del tetto del debito vanno avanti ma l'impasse resta, con un nuovo incontro in programma anche oggi. Il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, alza i toni e propone un piano che addossa la responsabilità dell'aumento del tetto del debito sul presidente: il Congresso - secondo la proposta di McConnell - darà al presidente americano l'autorità per alzare il limite legale del debito in tre tranche, per un ammontare di 2.400 miliardi di dollari. Obama dovrà chiedere al Congresso di poter alzare il debito in ogni fase e il Congresso potrà bocciare le richieste: in quel caso, Obama dovrebbe decidere se opporre o meno il proprio veto sulla decisione del Congresso. La casa Bianca respinge la proposta: "Il presidente ritiene che dobbiamo concentrarci sull'occasione che abbiamo per una riduzione importante ed equilibrata del deficit”. L'aumento del tetto del debito “non è un problema repubblicano o democratico, ma un problema nazionale che deve essere risolto": così afferma Obama replicando allo speaker della camera, John Bohehner, secondo il quale l'aumento del tetto del debito è un problema di Obama.

Denuncia di Human Rights Watch: detenuti come muli in Birmania
L'esercito birmano costringe detenuti delle carceri nazionali a compiere estenuanti e pericolose operazioni di trasporto per le truppe impegnate nelle offensive contro le milizie etniche al confine orientale, con una pratica nota ma probabilmente intensificatasi nell'ultimo anno. Lo ha denunciato "Human Rights Watch", con un Rapporto presentato oggi a Bangkok. La ricerca “Dead men walking: detenuti portatori al fronte nella Birmania orientale” si basa sui racconti di 58 ex prigionieri che sono riusciti a scappare, portando con sé testimonianze di torture, pestaggi ed esecuzioni. “I detenuti sono fondamentalmente dei 'muli umani' per l'esercito birmano. Devono trasportare materiale molto pesante attraverso zone minate”, ha detto Elaine Pearson, direttrice aggiunta dell'organizzazione in Asia, aggiungendo che tale pratica è “solo uno dei crimini di guerra in corso” nel Paese e sollecitando un'inchiesta internazionale. Dall'anno scorso, quando le autorità birmane hanno iniziato un tentativo di pacificare le zone della guerriglia nel nord e nell'est del Paese, in vista delle elezioni del 7 novembre, tra l'esercito ed alcune milizie etniche ribelli - in particolare i Kachin e i Karen - si sono verificate periodiche ondate di scontri per il controllo del territorio, dopo che questi gruppi si sono rifiutati di entrare a far parte di un nuovo corpo di "guardie di confine" agli ordini delle autorità centrali. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 194







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