Le speculazioni attaccano l'euro. Merkel chiama Berlusconi: fiducia nell'Italia. L'opinione
di Confcooperative
Borse europee tutte in pesante calo in mattinata, con uno sguardo all'Eurogruppo che
si riunisce per affrontare la questione greca. Per arginare la speculazione, la Commissione
Ue vuole interdire l'analisi delle agenzie di rating sui Paesi che sono stati o sono
oggetto di un aiuto internazionale. In una telefonata al premier Berlusconi, il cancelliere
tedesco Angela Merkel ha detto che "l'Italia deve mandare segnali urgenti" sul fronte
del risanamento dei conti, ma si è detta "fiduciosa" sulla capacità del Paese di prendere
le misure necessarie. Alessandro Guarasci:
Continua
ad essere un momento no per le borse europee. Perdono tra l’1 e il 3 per cento. Il
Mib a fine mattinata lasciava sul terreno l’1,5%. Una crisi che preoccupa anche il
presidente Napolitano, convinto che in questo momento in Italia serva “un impegno
di coesione nazionale per affrontare e superare le difficili prove che già sono all'ordine
del giorno". Aumenta, infatti, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i
bund tedeschi. Fattore che indica la credibilità del debito pubblico. Lo stesso avviene
in Spagna e in Francia. Intanto si riunisce il Consiglio Europeo per definire la partecipazione
dei privati al secondo piano di aiuti per la Grecia. Ma comunque è l’Italia in queste
ore al centro dell’attenzione, anche se la Cancelleria tedesca afferma di avere fiducia
nella capacità dell’Italia di tenere sotto controllo i conti pubblici. Il ministro
dell’Economia Tremonti è convinto che per dare un segnale forte ai mercati la manovra
potrebbe essere approvata in una settimana. Sentiamo l’opinione dell’economista Angelo
Baglioni:
R. – Direi che l’attacco speculativo di venerdì,
e che ancora prosegue oggi, è dovuto anche ai contrasti all’interno del governo: Tremonti
è essenzialmente visto come il garante dell’equilibrio dei nostri conti pubblici sui
mercati internazionali; nel momento in cui la sua posizione viene messa in discussione,
i mercati ne risentono immediatamente.
D. – Movimenti speculativi si
registrano anche sui mercati finanziari di Spagna e Francia. E’ questa, secondo lei,
anche un po’ una crisi dell’euro?
R. – Sicuramente è una crisi dell’euro!
Da un anno e mezzo assistiamo ad una continua tensione sui mercati finanziari che
riflette il fatto che ci sono alcuni Paesi – in primo luogo la Grecia, l’Irlanda e
il Portogallo – che hanno dovuto ricorrere agli aiuti dei partner europei per far
fronte agli elevati debiti pubblici. C’è sempre, in ultima istanza, il pericolo che
qualcuno di questi Paesi – a cominciare dalla Grecia – possa uscire dall’area euro
e innescare una catena di insolvenze anche di altri Paesi che hanno un alto debito
pubblico, tra cui anche la Spagna e l’Italia, naturalmente.
D. – Secondo
molti, queste speculazioni hanno un nome: si chiamano – appunto – “vendite allo scoperto”.
Per far capire agli ascoltatori: che cosa sono? E soprattutto, non potrebbero essere
vietate?
R. – Si tratta di un’operazione in cui un operatore, per speculare
al ribasso su un titolo, cioè per guadagnare da un’eventuale riduzione del prezzo
di un titolo, lo vende sul mercato senza avere in portafoglio questo titolo. Secondo
me, è sbagliato accusare della situazione questo tipo di operazioni; la causa dei
problemi sono problemi fondamentali, sono squilibri di finanza pubblica. Quindi, accusare
la speculazione di essere all’origine dei problemi, secondo me, è fuorviante! (gf)
Ma
come la pensano le imprese? Sono necessarie scelte condivise, secondo Luigi Marino,
presidente di Confcooperative