Mentre continua in Libia il braccio di ferro sul terreno tra ribelli e Gheddafi, dagli
Stati Uniti arriva il messaggio al rais: non può restare al potere. Il servizio di
Fausta Speranza:
Il leader
libico Gheddafi “non può restare al potere”. A ribadirlo è il Dipartimento di Stato
americano, secondo il quale gli sforzi della Nato stanno aumentando la pressione su
Gheddafi, consentendo ai ribelli di “operare meglio” per il popolo libico. In ogni
caso gli Stati Uniti confermano che continueranno l’impegno nella coalizione per la
no-fly zone in Libia e per proteggere i civili. In questa fase la partita in Libia
sembra giocarsi a Goualich, piccolo villaggio a 50 km a sud di Tripoli, nelle mani
dei ribelli ma oggetto di pesanti bombardamenti delle forze fedeli a Gheddafi. Goualich
sconosciuto ai più fino a mercoledì scorso, quando i ribelli lo hanno conquistato,
è un piccolo centro strategicamente importante sulla strada che porta verso Tripoli.
La questione in Libia si fa sempre più complessa, secondo le fonti di intelligence
Usa, per le quali Al Qaeda nel Maghreb sarebbe entrata in possesso di armi sottratte
dagli insorti al rais. Intanto la Francia parla di una “soluzione politica” al conflitto,
purchè il Colonnello lasci il potere. Il ministro della Difesa francese Longuet afferma
che la crisi libica difficilmente sarà risolvibile solo con l'intervento militare
e che una soluzione politica sembra stia diventando sempre più auspicabile. E c’è
da dire che nelle stesse ore Seif al Islam Gheddafi, figlio del leader libico
e portavoce del regime, sostiene, in un’intervista a un quotidiano algerino, che Tripoli
conduce i veri negoziati sul conflitto in Libia con la Francia e non con i ribelli.