2011-07-09 09:42:24

I vescovi del Sud Sudan: abbiamo bisogno di tutto, ma riponiamo la nostra fiducia in Dio


“Dio è davvero grande se alcuni di noi possono essere testimoni dell’indipendenza del nostro Paese, così tanto attesa”. Con queste parole, mons. Rudoplh Deng, vescovo della diocesi di Wau, nel Sud Sudan, commenta l’indipendenza del Paese, che è diventato ufficialmente il 54.mo Stato del continente africano. In un’intervista rilasciata all’agenzia Cisa, il presule afferma: “Ci uniamo a tutti coloro che ringraziano Dio per questo evento. Alcuni di noi hanno lavorato duramente perché tutti potessimo vivere questo storico D-Day”. Il vescovo di Wau definisce il cammino verso l’indipendenza del Paese come “un lungo viaggio costato la vita alla popolazione, molte sofferenze, povertà ed umiliazioni”. Appellandosi a tutti i sudanesi, sia in patria che all’estero, perché diano il loro benvenuto al neo Stato, mons. Deng sottolinea: “Lo stato d’animo della popolazione sudanese, in particolare di quella del Sud, è di felicità e di trepidante attesa per questo momento storico”. Ma i problemi, naturalmente, non mancano e il vescovo di Wau non li nasconde, in particolare quelli riguardanti la vita della Chiesa: “Abbiamo un disperato bisogno – dice – di personale ecclesiastico, di sacerdoti, religiosi e religiose, di laici preparati nei diversi ambiti. Ed abbiamo un disperato bisogno anche di strutture come Chiese, scuole, ospedali, perché gli oltre vent’anni di guerra civile hanno creato un grande caos”. “Abbiamo bisogno quasi di tutto – continua il presule – ma abbiamo fiducia in Dio, che volgerà il suo sguardo verso di noi”. Intanto, un grande aiuto verrà garantito al Sud Sudan da parte dell’Amecea, l’Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa Orientale, che proprio in questi giorni ha celebrato il suo Giubileo d’oro. Da sottolineare infine che, sebbene il Sud Sudan si stacchi dal Sudan, la Chiesa locale rimarrà invece unita. (I.P.)







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