Rapporto del Consiglio d’Europa sull'immigrazione. Jagland: no a "società parallele"
“Conciliare diversità e libertà nell’Europa del XXI secolo”: è il titolo del Rapporto
in tema di migrazioni presentato ieri a Roma dal segretario generale del Consiglio
d’Europa, Thorbjørn Jagland. Dal Rapporto emerge che in Europa “aumentano intolleranza
e sostegno ai partiti xenofobi e populisti” perché si guarda alle migrazioni solo
come un problema e emerge la raccomandazione ai governi a bilanciare diritti e doveri
per gli immigrati. Ma ascoltiamo lo stesso segretario generale del Consiglio d’Europa,
Thorbjørn Jagland, nell’intervista di Fausta Speranza:
R. – First
of all, it’s a very clear message in this Report, that we have not only … Innanzitutto,
il Rapporto contiene un messaggio molto chiaro, e cioè che non solo dobbiamo vivere
con la diversità e dobbiamo rispettarla, ma anche abbracciarla e prendere da essa
gli aspetti positivi che contiene. Infatti, la diversità è sempre stata una realtà,
in Europa, e lo è in misura crescente ai tempi di oggi. Dobbiamo quindi trovare un
modo per combinare la diversità con il rispetto per ciascun individuo nella sua identità
culturale e religiosa, e allo stesso tempo è necessario sottolineare quello che ci
unisce, e cioè i valori comuni dell’Europa.
D. – Nel Rapporto si parla
di “società parallele”, di persone cioè non integrate…
R. – Not only
a risk: this has developed in many places, already! … Non è soltanto un
rischio: questo fenomeno si riscontra già in molti luoghi! E questa è una delle ragioni
per cui abbiamo stilato questo Rapporto: cerchiamo di prevenire ed evitare una tale
evoluzione. Noi abbiamo bisogno di preservare le società che si fondano su valori
comuni, facilitando la convivenza per tutti piuttosto che la formazione di società
separate.
D. – Con questo Rapporto, il Consiglio d’Europa chiede ai
governi di riconoscere il diritto di voto agli immigrati e nel contempo chiede agli
immigrati di rispettare la legge …
R. – This is a fundamental thing,
because with rights obligations come … Questo è un aspetto fondamentale.
Infatti, insieme ai diritti vengono i doveri, ma è vero anche l’inverso, e cioè che
con i doveri vengono poi anche i diritti. Quindi, ora è necessario incentrare la nostra
attenzione sui diritti che abbiamo comuni, che sono iscritti nella Convenzione europea
dei diritti umani, ma anche sui doveri che abbiamo in quanto cittadini. Non abbiamo
doveri, obblighi soltanto nei confronti del nostro gruppo etnico o della nostra religione:
tutti abbiamo doveri nei confronti della società nel suo insieme.
D.
– In tutto questo, quale può essere il ruolo dei mass media?
R. – It
should be stronger than today, because … Dovrebbe essere più forte di quello
che c’è attualmente. I mass media oggi in relazione alla diversità hanno la tendenza
ad esasperare conflitti e problemi. Certamente, nelle società oggi ci sono problemi
ma io penso anche che l’informazione dovrebbe essere costruita sui fatti e non sull’esagerazione
dei fatti. Mi piacerebbe vedere maggiore informazione sull’integrazione che in realtà
sta avvenendo nella maggior parte dei Paesi europei. Credo che abbiamo fatto molto
per aiutare la gente a vivere insieme, e penso che questo sforzo meriti di essere
portato a conoscenza della gente.
D. – Il Rapporto parla anche del potenziale
conflitto tra la libertà di religione e la libertà di espressione. Ci spiega questo
concetto?
R. – This is a debate which is very important. You have the
right … Questo è un dibattito di grande rilievo. Abbiamo il diritto alla
libertà d’espressione, ovviamente. Ma ognuno dovrebbe interrogarsi sull’utilità di
insultare o mettere in ridicolo le religioni e i rappresentanti delle religioni. Credo
che al tempo d’oggi sia importante che rispettiamo gli uni la fede dell’altro. Si
tratta sempre di un equilibrio delicato, che va a toccare anche lo sfondo storico
e culturale di ciascun Paese. (gf)