Il direttore di Tv2000 Dino Boffo rilancia la televisione dei cattolici italiani
Da lunedì 11 luglio sarà in onda il nuovo palinsesto di Tv2000, l’emittente dei cattolici
italiani. Si tratta di un nuovo contenitore giornalistico che conterrà tutti i programmi
diurni della tv. Una svolta giornalistica già iniziata con il nuovo Tg delle 19.40
e il nuovo TgTg, la trasmissione di recensione dei maggiori telegiornali nazionali,
in onda alle 20.45. E il direttore di Tv2000, Dino Boffo, già direttore di
Avvenire, tornerà a dialogare con i telespettatori tutte le sere, prima del telegiornale.
Luca Collodi lo ha intervistato.
R. – Sì:
si può parlare di svolta un po’ più giornalistica che va interpretata all’interno
di una torsione generale che la nostra televisione sta compiendo, in seguito all’entrata
nel digitale terrestre. Se vogliamo avere un senso in questo ventaglio amplissimo
di offerta, dobbiamo specificare ancor meglio la nostra identità, e noi – per noi
stessi – abbiamo scelto il profilo di una televisione più culturale, di una televisione
che non ripudia da sé, anzi, coltiva la dimensione anche religiosa; una tv della bellezza,
una tv del racconto e dei racconti sull’umano; una tv aperta alla trascendenza. In
questo senso si spiegano due tasselli per noi decisivi, come la Messa quotidiana e
la recita del Rosario in diretta da Lourdes.
D. – Quindi, una televisione
che cerca di raccontare la vita quotidiana dell’uomo. Ma con quale sguardo? Uno sguardo
laico? Uno sguardo cattolico?
R. – Uno sguardo umano, profondamente
umano, di simpatia per l’umano. Noi vorremmo portar dentro una grande attenzione al
dato di cronaca, nel senso che intendiamo stringere un patto con i nostri telespettatori:
loro devono sapere che avranno in presa diretta tutte le notizie che contano. Nello
stesso tempo, noi vogliamo portare dentro a questo contenitore giornalistico tutta
una serie di attenzioni: di attenzioni ai viaggi, ai pellegrinaggi, alle cose, ai
mercatini, ai racconti della storia … Vogliamo portar dentro i riferimenti alla vita
della Chiesa, il vissuto religioso, vogliamo portar dentro le diverse dimensioni dell’umano.
Non saremo neppure estranei al gossip, nel senso che – magari con un sorriso, magari
con una sottile ironia – noi vogliamo che tutto sia compreso in questa curiosità,
in questa empatia per l’umano.
D. – Una televisione che cercherà di
rispondere, anche, ai dubbi, alle problematiche dei telespettatori perché sarà proprio
lei, direttore Boffo, prima del telegiornale serale delle 19.40, a incontrare le richieste
dei telespettatori …
R. – Noi vorremmo dare un’interpretazione piena
a quella caratteristica della televisione digitale che va sotto il nome di interattività;
significa che i telespettatori sono protagonisti della televisione, non sono spettatori,
non sono massa passiva. Loro possono entrare nella televisione a partire dalla via
più tradizionale, più classica che è quella delle lettere, attraverso le quali i nostri
telespettatori, anche i più semplici, possono interferire con la linea, con i contenuti
della televisione.
D. – Che significato ha questo rilancio di una tv
cattolica nazionale come Tv2000?
R. – Io credo che la nostra televisione
sia incaricata di dar prova dell’interesse della comunità credente verso il grande
mondo della comunicazione. In questo senso, la Chiesa italiana vuole, attraverso di
noi, partecipare all'animazione di un ambito della vita moderna realmente decisivo,
come spesso il Papa – anche di recente – ha voluto affermare. Per carità: noi non
abbiamo ambizioni soverchie! Vogliamo essere un segno, essere motivo di traino per
le tante realtà locali, cattoliche, che si muovono nel nostro Paese. Il digitale terrestre
sta facendo soffrire l’emittenza locale, l’emittenza regionale, l’emittenza provinciale.
Noi siamo accanto a queste emittenti e vogliamo con loro chiedere a chi conduce le
sorti dell’economia e della politica, di voler riconsiderare le norme che stanno mettendo
in ginocchio queste esperienze vitali per il territorio. (gf)