Il Consiglio d’Europa chiede ai governi più diritti per gli immigrati e a questi più
rispetto delle leggi
In Europa “aumentano intolleranza e sostegno ai partiti xenofobi e populisti” mentre
crescono le “società parallele” di immigrati, in cui trova spazio l’estremismo islamico.
Sono alcune delle considerazioni che emergono alla lettura del Rapporto presentato
oggi a Roma dal Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland. Il
Rapporto denuncia "la diffusione della discriminazione e dell’intolleranza nell’Europa
odierna, soprattutto nei confronti dei rom e degli immigrati, ma anche degli immigrati
di seconda generazione, spesso trattati - si legge - come stranieri nel Paese in cui
sono nati e di cui sono cittadini”. Si mette in luce come tra popolazioni “praticamente
senza diritti” trovino purtroppo più spazio fenomeni come l’estremismo islamico. Nel
raccomandare dunque un’inclusione sociale che significhi anche in prospettiva il diritto
al voto, si sottolinea però che nel frattempo si deve operare per assicurare che da
parte di tutti ci sia pieno rispetto delle leggi. E a questo proposito si ribadisce
che "né la religione, né un’eccezione culturale possono essere addotte come scusa
per giustificare il mancato rispetto delle leggi”. Il Gruppo ha imperniato le sue
considerazioni e raccomandazioni sui principi sanciti dalla Convenzione europea dei
diritti dell’uomo, in particolare la libertà individuale e l’uguaglianza davanti alla
legge. Titolo del rapporto è “Conciliare diversità e libertà nell’Europa del XXI secolo”.
C’è da dire che il Segretario generale Jagland ha incaricato di preparare lo studio
un anno fa ad un “Gruppo di eminenti personalità” indipendenti provenienti da uno
Stato membro diverso del Consiglio d’Europa. Dunque a firmare il rapporto è stato
un gruppo di quattro donne e cinque uomini presieduto dall’ex ministro tedesco degli
Affari esteri Joschka Fischer. Relatore del rapporto è Edward Mortimer del Regno Unito.
(F.S.)