2011-07-06 15:02:21

Il dramma dell'etnia Kachin: diritti negati in Myanmar


In Myanmar, Paese dei diritti civili negati, si sta consumando anche il dramma dell’etnia Kachin, che abita l’estremo nord del Paese. Al confine con Cina e India. La popolazione, poco più di un milione di abitanti metà buddisti e metà cristiani, subisce da anni ogni tipo di violenze da parte dei militari governativi. I Kachin vivono in grande povertà e sono migliaia i profughi in fuga, che cercano di passare in Cina, ma vengono sistematicamente rifiutati da Pechino. Di questa grave situazione Giancarlo La Vella ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International:RealAudioMP3

R. - Da decenni il governo centrale del Myanmar conduce una repressione spietata nei confronti delle minoranze etniche, che sono numerose e sparpagliate per tutto il Paese, soprattutto lungo i confini con Cina, Thailandia, alcune delle quali hanno anche formato gruppi armati per difendersi o chiedere l’indipendenza. Queste minoranze vanno incontro ad una repressione feroce. I Kachin si trovano in una situazione ulteriormente drammatica perché sono schiacciati lungo il confine con la Cina, un Paese che non accoglie profughi che arrivano da zone di guerra. Dal punto di vista cinese l’atteggiamento è quello di non volere - nel nome della stabilità del Myanmar e dei rapporti privilegiati che ci sono - accogliere rifugiati e minoranze ostili al governo birmano. Questo ha una conseguenza devastante perché ci sono segnalazioni di casi di torture, di arruolamento obbligato nell’esercito, di violenze sessuali, di arresti, di riduzioni in schiavitù e da questo punto di vista la situazione è assolutamente drammatica.

D. - E’ possibile evidenziare questa situazione in modo che la comunità internazionale possa in qualche modo intervenire?

R. - Questo è fondamentale: lo fanno le organizzazioni per i diritti umani, lo fanno i mezzi di informazione. Certo, questa situazione viene denunciata da decenni perché la repressione ai danni delle minoranze etniche in Birmania è spaventosa da tempo e purtroppo da parte della Cina c’è una protezione molto forte nei confronti del governo birmano che fa sì che la comunità internazionale sia bloccata dal veto cinese. Quindi il compito che dobbiamo svolgere è quello di continuare a denunciare e chiedere alle autorità di cambiare atteggiamento, sia nei confronti del Myanmar sia per quanto riguarda la riapertura della frontiera: secondo alcune fonti, sarebbero addirittura 20 mila le persone fuggite verso il confine con la Cina che non vengono fatte entrare e che quindi rimangono ammassate lungo i confini.

D. – Oltre a questo dramma, la popolazione Kachin vive in estrema povertà?

R. – La situazione è drammatica: non dobbiamo dimenticare anche l’altro protagonista, che è l’esercito per l’indipendenza del Kachin, un gruppo armato che opera da tantissimo tempo. E’ una situazione nella quale il livello di vita è sotto il livello di sussistenza: arrivano notizie di persone che sopravvivono con due ciotole di riso al giorno! Si trovano anche in una zona complicata da raggiungere perché sono in mezzo alla giungla ... Il tutto in una situazione di guerriglia o guerra aperta che fa sì che spesso ci vadano di mezzo i civili. (bf)







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