Londra: marcia di protesta e petizioni in favore delle minoranze religiose in Pakistan
Chiedere un’azione più decisa del Regno Unito per difendere i cristiani e le altre
minoranze in Pakistan. Questo lo scopo della petizione e della marcia di protesta
che sabato scorso a Londra ha raggiunto il numero 10 di Downing Street, residenza
del Primo ministro britannico. Tra le ragioni della protesta: sottolineare le violazioni
dei diritti umani in Pakistan, chiedere protezione per i cristiani ed abolire la legge
pakistana sulla blasfemia, che impone la pena capitale e la reclusione a vita per
chi è accusato di offendere l’Islam. Riferisce l’agenzia Zenit che oltre 6 mila firme
sono state raccolte e che oltre 300 sono state le persone che hanno preso parte alla
manifestazione, promossa da una delegazione ecumenica. “Aiutateci a cambiare la legge
sulla blasfemia, che porta a omicidi”, ha detto Neville Kyrke-Smith, direttore per
il Regno Unito dell'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre
(Acs), che ha ricordato le morti quest’anno di Salman Taseer, governatore del Punjab
e di Shahbaz Bhatti, Ministro federale per le minoranze, uccisi per la loro posizione
critica sulla legge. Neville Kyrke-Smith ha poi chiesto al governo di David Cameron
di “assicurare che la tutela dei diritti religiosi sia inclusa in ogni discussione
con gli altri Paesi”. I suoi commenti sono giunti dopo che il governo britannico è
stato criticato a marzo per i piani di aumentare l'aiuto britannico al Pakistan nonostante
l'escalation delle violazioni dei diritti umani, soprattutto contro le minoranze.
Alla marcia di sabato hanno preso parte rappresentanti delle comunità sikh, induiste
e musulmane, che hanno iniziato la manifestazione con discorsi a Lowndes Square, sede
delll'alta commissione per il Pakistan, dove è stata consegnata una copia delle petizioni.
Anche il cardinale Keith O’Brien, arcivescovo di St Andrews ed Edimburgo, ha firmato
la petizione. “Il governo del Pakistan deve rendersi conto dei tremendi abusi contro
i diritti umani registrati nel suo Paese”, ha detto Wilson Chowdhry, leader della
British Pakistani Christian Association, organizzazione che ha chiesto la liberazione
di Asia Bibi, incarcerata in Pakistan a seguito di accuse collegate alla legge sulla
blasfemia. Anche l'imam Taj Hargey, del Centro educativo musulmano di Oxford, ha condannato
gli estremisti pakistani che commettono violenze in nome di quellla legge. “La gente
che commette violenze di questo tipo diffama la mia fede e la scredita”, ha aggiunto
l’imam. e “sostiene tutto ciò a cui io mi oppongo”. (M.R.)