I bambini profughi a Lampedusa, allarme di Save The Children: spazi sporchi e inadatti
A Lampedusa, si fa sempre più drammatica la permanenza dei minori migranti non accompagnati
ospitati nei centri di accoglienza dell’isola. A lanciare l’allarme è "Save the Children
Italia", che denuncia gravi condizioni di sovraffollamento, di carenza di igiene e
la mancanza di spazi ricreativi. Una situazione non più sostenibile che ha spinto
gli stessi ragazzi a lanciare un appello alle istituzioni, affinché si adoperino per
trovare loro una collocazione diversa, molto più dignitosa. Federico Piana
ne ha parlato con Viviana Valastro, coordinatrice di "Save the Children Italia"
a Lampedusa:
R. – Siamo
molto preoccupati, perché gli spazi in cui dovrebbero essere ospitati non sono assolutamente
adeguati ad un’accoglienza di minori che richiedono, come ben sappiamo, delle condizioni
molto specifiche anche del personale specializzato, per esempio, o anche solo di avere
un’opportunità di svago e di intrattenimento, per non parlare poi dell'istruzione.
D.
– Una soluzione quale potrebbe essere, secondo voi?
R. – Quello che
Save the Children propone fin dall’inizio dell’emergenza – quindi fin da febbraio,
quando parlavamo di ragazzi tunisini mentre ora per la maggior parte sono ragazzi
che arrivano dalla Libia - sono strutture di accoglienza temporanea per ragazzi. Chiediamo
che vengano spostati da questo centro di Lampedusa, che è una struttura concepita
principalmente per adulti dove c’è, sì, uno spazio riservato ai minori, ma è uno spazio
molto ridotto, per circa 60 posti. Noi chiediamo che ci siano, sul territorio nazionale,
delle strutture che possano aiutare a decongestionare la presenza dei minori nel centro
di Lampedusa, che dovrebbero essere comunque caratterizzate dalla temporaneità: posti
in cui i ragazzi rimangono il tempo strettamente necessario per l’individuazione di
posti in comunità di accoglienza per minori.
D. – Sicuramente, si deve
fare anche presto perché se no il numero di minori potrebbe continuare ad aumentare…
R.
– E’ un numero certamente in costante crescita. Abbiamo registrato una proporzione
di un 10 per cento di minori non accompagnati nell’ambito di ciascun barcone in arrivo.
Se pensiamo quindi ai giorni scorsi, a quando ci sono stati degli arrivi importanti,
il numero immediatamente si è alzato. Mentre però per gli adulti questo sistema del
trasferimento sul territorio tramite navi veloci effettivamente consente una permanenza
sull’isola soltanto di 48 ore – quindi a seguito delle procedure di identificazione
i migranti vengono trasferiti – per quanto riguarda i minori non accompagnati questo
non è stato fatto.
D. – Concretamente, voi a quale istituzione chiedete
un aiuto?
R. – Ci appelliamo a tutti i Comuni d’Italia affinché rispondano
positivamente a questa necessità di accoglienza, perché sappiamo che posti in comunità
sul territorio nazionale ci sono. Ci deve però essere anche una volontà di accoglienza
da parte degli enti locali. (bf)