Nello Stato indiano del Gujarat distrutte tutte le prove sulle violenze del 2002
Il Governo del Gujarat, stato dell’India occidentale, ha ammesso che tutte le prove
relative ai massacri del 2002 – quando persero la vita circa 2.000 cittadini musulmani,
attaccati da migliaia di militanti radicali indù – sono state distrutte: tutti i file
e rapporti di intelligence sono stati eliminati “secondo le procedure vigenti” che
permettono di distruggere “documenti di indagine irrilevanti”. La notizia ha creato
sconcerto e indignazione fra i legali delle vittime e nella società civile, anche
perché molti dei processi ai presunti responsabili sono ancora pendenti. “E’ un chiaro
segnale di ingiustizia” ha commentato in un messaggio inviato all'agenzia Fides padre
Cedric Prakash, gesuita indiano, responsabile di “Prashant”, Centro per i diritti
umani, la giustizia e la pace, con sede ad Ahmedabad, capitale del Gujarat. “Non c’è
da stupirsi. Quanto accaduto prova le responsabilità del governo del Gujarat” nota
il gesuita, spiegando che, in tal modo, si garantisce impunità ai leader politici
coinvolti nell’organizzazione dei massacri. Alcuni mesi fa una speciale commissione
di inchiesta aveva indicato gravi responsabilità dell’allora premier dello Stato,
Narendra Modi, leader noto per la sua vicinanza ai gruppi radicali indù. “Non ci sarà
giustizia se si consente di eliminare le prove a carico di criminali o cospiratori,
ancora sotto processo in tribunale” nota padre Prakash, chiedendo che la Corte Suprema
dell’India intervenga “suo moto” (di sua iniziativa) per incriminare i leader politici
al governo in Gujarat nel 2002. Il gesuita racconta l’attuale situazione in Gujarat:
“A dieci anni dai massacri, le vittime chiedono ancora giustizia. Ahmedabad e altre
città dello Stato sono ancora rigidamente divise secondo linee che separano le comunità
diverse, soprattutto indù e musulmane. E la discriminazione contro le minoranze religiose
è evidente in tutti i campi, soprattutto istruzione e occupazione”. Conclude con un
appello: “Nel 600° anno di fondazione di Ahmedabad, città fondata dal leader Ahmed
Shah secondo criteri di convivenza, rispetto e tolleranza, dico alla città: svegliati!
E riscopri le tue radici all’insegna della pace e dell’armonia”. (R.P.)