Marocco: referendum costituzionale, in 13 milioni alle urne
Sono oltre 13 milioni i marocchini chiamati oggi alle urne per il referendum costituzionale
voluto da Mohammed VI, ed annunciata dallo stesso sovrano la scorsa settimana. Scontata
la vittoria dei "sì", anche se resta incognita riguarda l’affluenza alle urne. Sentiamo
Salvatore Sabatino:
Una nuova
architettura costituzionale, quella pensata dal giovane Mohammad VI, nella quale viene
ridefinita la sua figura, riequilibrando i poteri a vantaggio del primo ministro e
del parlamento. In pratica, il re perde la guida del governo. Le riunioni dell'esecutivo
saranno dunque presiedute dal premier, che avrà anche il potere di sciogliere il parlamento
e di fare nomine per le cariche più importanti. Il sovrano, tuttavia, resterà il garante
dell'unicità dello Stato, seppur perdendo il carattere ''sacro'' della persona. Ultima
novità importante riguarda il berbero, che diventa lingua ufficiale insieme all'arabo.
Aperture importanti, che molti analisti riconducono ai timori espressi più volte dal
re circa un effetto contaminazione con le crisi che hanno sconvolto i Paesi limitrofi.
Ma il referendum basterà, da solo, a frenare l’onda lunga della “primavera araba”?
La risposta sta nei risultati. Perché se è già scontata la vittoria dei "sì", sarà
importante analizzare il dato dell'affluenza ai seggi. Se dovesse essere bassa, infatti,
sarebbe un'ulteriore richiesta di cambiamento da parte del popolo. Sta di fatto che
il movimento giovanile "20 febbraio", a capo delle proteste nel Regno, ha invitato
i suoi sostenitori a boicottare le urne. Per il "sì" si sono schieranti i principali
partiti, i sindacati e gran parte della società civile. Sul versante opposto, invece,
gli islamici di Ali Adi Wa al Hissane, un movimento clandestino che chiede la fine
della monarchia. Stasera, dopo le 19, i primi risultati.