I cardinali festeggiano il Papa con un pranzo e un obolo per i poveri di Roma
Un pranzo di festa per celebrare il 60.mo anniversario dell’ordinazione sacerdotale
di Benedetto XVI si è svolto oggi, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, nella
Sala Ducale del Palazzo Apostolico per iniziativa del decano del Collegio cardinalizio,
cardinale Angelo Sodano. Offerto al Papa un assegno per la sua carità verso i poveri
di Roma. Il servizio di Roberta Barbi:
I membri
del Collegio cardinalizio si sono stretti intorno a Benedetto XVI, nella lieta occasione
del 60.mo anniversario del suo sacerdozio, celebrato due giorni fa, ringraziando il
Signore per il bene che gli ha concesso di seminare nel vasto campo della Chiesa.
Nella circostanza - che ha visto attorno al Pontefice circa 60 cardinali, oltre a
personale della Segreteria di Stato e ad altri più stretti collaboratori - il Santo
Padre ha fatto una riflessione su questo suo importante traguardo:
“In
questi 60 anni quasi tutto è cambiato, ma è rimasta la fedeltà del Signore: Lui è
lo stesso, ieri, oggi e sempre. E questa è la nostra certezza, che ci indica la strada
per il futuro”.
L’ora della memoria, per il Papa è anche l’ora della
gratitudine al Signore per i doni di questi anni, dei quali ha ripercorso brevemente
le tappe: dall’ordinazione, negli anni Cinquanta - quando il mondo era dominato da
una grande povertà, ma anche da una forte volontà di ricostruire - al Concilio Vaticano
II, quando tutte le speranze riposte sembravano realizzarsi, fino al difficile momento
della rivoluzione culturale del ’68 e agli indimenticabili anni accanto al Beato Giovanni
Paolo II. E poi, il 19 aprile 2005, la chiamata del Signore a diventare Successore
di Pietro. Una missione vissuta sempre con obbedienza e con gioia, perché il sacerdozio
è anche gioia di stare insieme:
“Vediamo com’è bello che i fratelli
siano insieme e vivano insieme la gioia del sacerdozio, dell’essere chiamati nella
vigna del Signore. L’esperienza della fraternità è una realtà interna al sacerdozio,
perché uno non va mai ordinato solo, va inserito in un presbiterio o da vescovo nel
collegio episcopale, così il noi della Chiesa ci accompagna e si esprime in questa
ora”. Al felice traguardo dei 60 anni di sacerdozio sono
giunti pochi Pontefici oltre Benedetto XVI: prima di lui Leone XIII, che festeggiò
il giubileo di diamante nel 1897, a 87 anni d’età. I porporati di allora gli regalarono
un orologio a pendolo con l’augurio che suonasse soltanto ore serene. Oggi, i cardinali,
invece, hanno scelto per il Santo Padre un dono diverso, come spiega il decano del
Collegio cardinalizio, cardinale Angelo Sodano:
“A conoscenza
della sua sensibilità pastorale verso la sua diocesi di Roma, i cardinali hanno voluto
offrile un obolo per i poveri dell’Urbe, considerando le urgenti necessità di tanti
romani, come dei numerosi immigrati e rifugiati”.
La diocesi di Roma
oggi raggiunge i tre milioni di abitanti e “i poveri – ha detto ancora il cardinale
decabo – sono sempre con noi”. Il porporato ha evidenziato, poi, come la Chiesa di
Roma voglia essere, oggi più che mai, Chiesa della carità, che in un’occasione lieta
come il 60.mo anniversario del sacerdozio del Papa,si concretizza in
un’offerta di 50 mila euro raccolti in seno alla Curia romana e donati al Pontefice.
Questi ha ringraziato con calore i cardinali per questo regalo speciale:
“Il
nostro essere insieme si allarga ai popoli di Roma. Non siamo solo noi a mangiare
qui. Con noi sono quei poveri che hanno bisogno del nostro aiuto, della nostra assistenza,
del nostro amore. Sono i poveri che sono particolarmente amati dal Signore”.
Il
Collegio cardinalizio aveva offerto il 29 giugno un pranzo ai poveri della città,
assistiti dal Circolo di San Pietro, che si è svolto nei giardini della Basilica papale
di San Giovanni in Laterano. Vi hanno preso parte in 220 tra i frequentatori abituali
delle tre mense gestite dal Circolo: italiani e non solo, alcuni dei quali hanno voluto
inviare dei messaggi di ringraziamento, che il cardinale Sodano ha letto al Papa:
ringraziamenti per la sua sempre pronta vicinanza a coloro che soffrono, affinché
non si sentano mai soli.