Libia: duemila profughi intrappolati nel deserto al confine col Ciad
Intrappolati nel deserto a causa del conflitto in Libia. Sono le oltre 2000 persone,
per lo più ciadiane, scoperte dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni
(Oim) nelle aree di Al-Gatrun e di Sebha, nella Libia meridionale. “Lo stato di salute
di queste persone è molto preoccupante, hanno trascorso settimane nel deserto, senza
protezione dal sole, dal vento o dalla sabbia, senza accesso all’acqua, al cibo o
a medicinali. È un miracolo che non ci siano stati morti in questi condizioni” ha
fatto sapere all’agenzia Misna Qasin Sufi, esponente dell’Oim. I migranti, tra i quali
molte donne, bambini e anziani, hanno trascorso fino a sei settimane in viaggio da
località come Misurata, Cufra e Al Jufra. “La forte presenza di donne, di bambini
e di persone anziane evidenzia il fatto che si tratta di migranti che vivevano e lavoravano
in Libia da tanto tempo, anche da trent’anni. Per loro dover tornare in Ciad, dove
non sanno cosa li aspetta, è motivo di forte preoccupazione e di paura” sottolinea
l’Oim in una nota. “La situazione di queste persone è struggente, alcuni hanno perso
famigliari, donne che non hanno più notizie dei mariti, famiglie separate a causa
del conflitto” riferisce ancora l’organizzazione. L’intenzione degli operatori umanitari,
come l’Oim e la Mezzaluna Rossa, che distribuiscono acqua e altri beni comprati al
mercato di Sebha, è quella di procedere a un’evacuazione via aerea verso il Ciad e
il Niger. Secondo le stime dell’Oim sarebbero 44 mila finora i migranti subsahariani,
che hanno varcato il confine meridionale con il Ciad nelle scorse settimane, mentre
in 75 mila avrebbero raggiunto il Niger. (M.R.)