Karzai e Obama: sarà rispettato il calendario di ritiro Usa dall'Afghanistan
Liberati in Afganistan i due giornalisti francesi rapiti 18 mesi fa dai talebani.
Parigi ha precisato che non è stato pagato alcun riscatto e ha ringraziato Kabul per
la collaborazione. Intanto sia il presidente Karzai sia il Capo della Casa Bianca
Obama hanno ribadito che i soldati americani rispetteranno il calendario di ritiro
nonostante il sanguinoso attacco di ieri all’Hotel Intercontinetal di Kabul che ha
provocato almeno 21 morti. Ma quali sono i timori della società afgana? Eugenio Bonanata
lo ha chiesto a Simona Lanzoni direttrice progetti nel Paese della Onlus Pangea:
R. – Le
condizioni della popolazione non sono cambiate moltissimo negli ultimi dieci anni.
Sicuramente sono migliorate, ma c’è ancora molto, troppo da fare. Una delle maggiori
paure della popolazione afghana è che in seguito all’exit strategy diminuiranno le
risorse economiche dedicate allo sviluppo e al processo di pace. Inoltre, c’è paura
anche sul fronte del rispetto dei diritti delle persone – in primis – delle donne.
I talebani, che mostrano i loro muscoli con azioni come quelle che hanno compiuto
ieri notte all’Intercontinental, fanno capire che bisogna contrattare con loro a tutti
i costi: contrattare con loro vuol dire anche andare loro incontro rispetto a tutti
i diritti che fino adesso si sono piano piano conquistati, almeno sulla carta – forse
non ancora nella realtà giornaliera – e che devono cercare di implementare tutti i
giorni.
D. – A rischio, oltre alla condizione della donna afghana,
c’è anche il settore dell’istruzione?
R. – Sono tutti legati, perché
i talebani – sappiamo bene – che preferisco avere ovunque delle “madrase” e non garantire
il diritto allo studio per tutti, bambini e bambine. Non solo, pensiamo anche al fatto
che tutte queste “forze insorgenti” sono tra loro concorrenti perché vogliono guadagnarsi
il loro piccolo potere locale e territoriale per poi continuare ad espanderlo. Il
problema è serio e riguarda la garanzia della pace a livello della società civile.
D. – L’Afghanistan di domani somiglia sempre di più a quello di ieri:
c’è pessimismo in questa affermazione e lei la condivide?
R. – Sì, in
parte sì. Credo che comunque i talebani dovranno concedere qualcosa per essere istituzionalizzati.
In realtà si farà, però, un passo indietro rispetto a quello che si è fatto fino ad
oggi. (mg)