Zimbabwe: la Chiesa nuovamente nel mirino del regime di Mugabe
La Chiesa cattolica dello Zimbabwe è entrata nuovamente nel mirino del governo del
Presidente Robert Mugabe. Secondo un’inchiesta pubblicata sul sito del settimanale
cattolico britannico “The Tablet” (www.thetablet.co.uk), la Chiesa è ormai considerata
un “nemico” da quando i vescovi hanno pubblicato, all’inizio dell’anno, una lettera
pastorale critica verso il regime. Il documento denunciava la corruzione definita
"un cancro che sta distruggendo il Paese" ed esortava tutti i partiti ad “impegnarsi
in un dibattito serio sullo stato della Nazione”, che altrimenti, ammoniva, “continuerà
ad essere insidiata dalla violenza, dall’intolleranza politica, dall'ingiustizia,
dai brogli elettorali, dalla paura e dall’inganno". Da allora - riferisce “The Tablet”,
citando la testimonianza di un sacerdote che ha preferito mantenere l’anonimato -
si sono moltiplicate le vessazioni contro sacerdoti cattolici da parte della polizia
segreta fedele al Zimbabwe African National Union-Patriotic Front (Zanu-Pf) di Mugabe:
pedinamenti, telefoni sotto controllo, arresti arbitrari, intimidazioni e anche torture.
Il sacerdote ha riferito che la polizia si infiltra tra i fedeli per spiare quello
che viene detto in chiesa, con il risultato che i parroci “non si sentono più liberi
di predicare la Parola come vorrebbero, perché non sanno cosa li può attendere dopo
la Messa”. Rischiano infatti di essere convocati in commissariato, dove i più fortunati
vengono rilasciati dopo qualche ora di interrogatorio, mentre alcuni subiscono torture
o trattamenti degradanti. Due settimane fa due sacerdoti fermati dalla polizia sono
stati costretti a spogliarsi davanti ad alcune donne poliziotto prima di essere tradotti
in carcere. Un altro è stato minacciato con una pistola puntata contro. Ormai, ha
detto il sacerdote a “The Tablet”, “lo Zimbabwe è diventato uno Stato di polizia”
e la Chiesa “vive nella paura”. Questo mentre il Governo fa di tutto per dividerla.
In questo contesto va letta anche la presenza del Presidente Mugabe alla cerimonia
di beatificazione di Giovanni Paolo II il 1° maggio che l’Esecutivo ha molto mediatizzato
per screditare la Chiesa locale. Non è la prima volta che il regime di Robert Mugabe
prende di mira la Chiesa. In passato, prima della formazione dell’attuale governo
di unità nazionale costituitosi dopo le controverse elezioni del 2008, i vescovi avevano
subito diversi attacchi per le posizioni critiche espresse nei confronti dei metodi
autoritari di Mugabe al potere da più di trent’anni. (L.Z.)