2011-06-28 16:17:14

Grecia paralizzata dallo sciopero generale alla vigilia del voto del parlamento sul piano di austerità


Al via stamani, in Grecia, un nuovo sciopero generale di 48 ore. Si tratta del quarto dall’inizio dell’anno indetto dai sindacati. Le proteste accompagnano il dibattito al parlamento ellenico sul piano di austerità da 28 miliardi, che sarà votato tra domani e dopodomani. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

È paralisi nei servizi pubblici ellenici. Cancellati centinaia di voli interni dell'Olympic Air e dell'Aegean, traghetti fermi nei porti e mezzi pubblici nelle rimesse ad esclusione della metropolitana di Atene, i cui operatori hanno deciso di non scioperare per consentire agli atenesi di affluire nel centro della capitale dove avranno luogo diverse manifestazioni. Epicentro delle proteste sarà di nuovo piazza Syntagma, antistante al parlamento greco, dove sono attese decine di migliaia di dimostranti. Ma tutto il centro della città è già presidiato da oltre 5000 agenti di sicurezza. I sindacati rifiutano il nuovo pacchetto di austerità da 28 miliardi euro concordato la scorsa settimana con gli organismi internazionali. Le misure previste si aggiungono ad altri tagli alla spesa, aumenti fiscali e ad un piano di privatizzazioni da 50 miliardi. Il parlamento si esprimerà su queste misure tra mercoledì e giovedi, solo dopo questo passaggio politico l'Unione Europea e il Fondo monetario internazionale (Fmi) rilasceranno la quinta tranche del prestito di salvataggio da 110 miliardi. Il piano di austerity ha provocato agitazione anche tra gli esponenti del governo socialista, e il primo ministro, George Papandreou, ha lottato per contenere una rivolta interna del partito. All'inizio di questo mese, ha rimescolato il suo gabinetto, nel tentativo di ottenere il sostegno del suo partito al voto di questa settimana. E a poche ore da un voto decisivo per tutta l’Europa, arriva l’accorato appello dal commissario Ue per gli affari economici, Olli Rehn, secondo il quale “Il solo modo per evitare un immediato default” della Grecia è “l'approvazione del nuovo piano” di austerity.

Italia, manovra
Anche l’Italia si appresta a varare il suo piano di austerità, una manovra economica da 40 miliardi di euro per fronteggiare la situazione del debito e arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. In queste ore, vertice di Maggioranza a Palazzo Grazioli, poi nel pomeriggio il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, illustrerà il piano al governo in vista del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo.

Libia, reazioni al mandato di arresto per Gheddafi
All’indomani del mandato d’arresto per Gheddafi, uno dei suoi figli ed il capo dei Servizi segreti del regime, spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aja (Cpi), esponenti degli insorti libici si sono presentati nella sede dell’organismo giudiziario per dire che sono a disposizione per eseguire la cattura del rais. Dal canto suo, il governo di Tripoli ha respinto la decisione della Cpi e ha fatto sapere che non riconosce la sua autorità. Sulle diverse reazioni, il servizio di Amina Belkassem:RealAudioMP3

E’ esplosa la festa a Bengasi dopo l’annuncio del mandato d’arresto contro Muammar Gheddafi e il suo secondogenito, Saif al Islam, e il capo dei Servizi segreti, Al Senussi. Ci sono motivi ragionevoli per ritenere che Gheddafi abbia orchestrato un piano per reprimere e scoraggiare con tutti i mezzi la popolazione che manifestava contro il regime, ha dichiarato la Corte dell’Aja. Secondo video, foto e testimonianze, i tre si sarebbero resi responsabili di crimini contro l’umanità, uccisioni, stupri di massa, torture: accuse respinte da Tripoli che non riconosce l’autorità della Corte, "uno strumento dell’Occidente per perseguire i leader del terzo mondo", ha dichiarato il regime, e una copertura della Nato per colpire il rais. Critiche sono arrivate anche dall’Unione Africana, mentre per la Casa Bianca e tutti i Paesi impegnati nella guerra in Libia la decisione dell’Aja dimostra che il colonnello ha perso ogni legittimità.

Siria
Il presidente siriano, Assad, aprirà il prossimo 10 luglio i colloqui con i membri dell'opposizione del Paese. Ad annunciarlo l'agenzia ufficiale Sana, dopo che oltre 100 personalità politiche e intellettuali si sono riunite pubblicamente ieri nella capitale Damasco, per chiedere una transizione democratica. Si parla anche della revisione dell’articolo della Costituzione che sancisce la supremazia del partito Baath, al potere da 48 anni. Intanto, a seguito di altri 450 rimpatri volontari, è sceso sotto quota 11 mila il numero di siriani fuggiti dalla repressione di Damasco e ospitati nelle cinque tendopoli turche.

Iran, missili
Quattordici missili balistici a corto e lungo raggio sono stati lanciati dall’Iran nel quadro delle manovre iniziate ieri dai Guardiani della rivoluzione e che dureranno dieci giorni. A riferirlo la tv di Stato.

Tunisia
Tensione in Tunisia dove il movimento islamico, guidato da Ghannouchi, si è ritirato dalla Commissione nazionale che sta elaborando le riforme per il Paese. Secondo alcune fonti, si tratta di un nuovo attacco alla laicità dello Stato, difesa dalle Forze armate e dalla maggioranza della classe politica.

Marocco, manifestazioni
Clima di tensione in Marocco in vista del referendum costituzionale in programma venerdì prossimo. Migliaia di manifestanti ieri sono scesi in strada a Casablanca per sostenere il progetto di riforme del re Mohammed VI che, secondo l’opposizione, prevederebbe una concentrazione di poteri nelle sue mani. Proteste invece a Rabat.

Afghanistan
Il governatore della Banca Centrale dell’Afganistan è fuggito all’estero. Lo ha fatto sapere stamattina un portavoce del governo di Kabul, che ha confermato le voci di una fuga dell’uomo negli Stati Uniti diffusa in queste ore. La stampa locale parla di un imminente scandalo-corruzione che coinvolgerebbe l’intero organismo.

Senegal
Nuove proteste in Senegal. Ieri sera, nella capitale Dakar sono stati incendiati diversi edifici pubblici, tra i quali quello della Compagnia elettrica nazionale. Gli episodi di vandalismo sono avvenuti al termine di una giornata segnata da manifestazioni popolari, in diverse città, contro il taglio di corrente elettrica che va avanti da alcuni giorni.

Francia, primarie per le presidenziali
La leader dell'opposizione socialista francese, Martine Aubry, si è ufficialmente candidata a sfidare il presidente, Nicolas Sarkozy, alle elezioni presidenziali del 2012. Oggi è la data di avvio ufficiale delle candidature per le primarie del Partito socialista, che si terranno il 9 e il 16 ottobre prossimi. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 179







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