2011-06-27 16:36:59

No-Tav in Val Susa, recuperare il dialogo


RealAudioMP3 'Sapevamo che lo Stato questa volta non avrebbe potuto rinunciare ad avviare il cantiere, ma temevamo che il bilancio potesse essere peggiore'. Così don Ettore De Faveri, direttore del settimanale cattolico 'La Valsusa', commenta i duri scontri tra forze dell'ordine e manifestanti anti-Tav a Maddalena di Chiomonte, conclusisi con l'avvio dei lavori preliminari della Torino-Lione. 'Qui sul territorio la posizione dei No-Tav è molto robusta e consolidata e ha dalla sua un consistente sentimento "di popolo". E' una posizione dietro la quale ci sono motivazioni diverse, ma molto radicata in Val Susa perché qui le istituzioni, maggioranza e opposizione, non sono intervenute a sufficienza per confrontarsi con la gente'. 'C'è chi si oppone alla Tav come modello di sviluppo o per le bugie che sono state dette sulla prospettiva economica che la linea povrebbe dare - spiega il direttore de 'La Valsusa' - ma anche perché il territorio valsusino sente di aver dato già molto al Paese e teme nuovi possibili danni ambientali'. 'La protesta è servita a provocare una riflessione da parte dei progettisti e ha imposto modifiche'. Secondo il parroco della Valsusa 'per evitare altre tensioni lo Stato dovrebbe riannodare dei rapporti stabili con i sindaci del territorio e concordare con loro le modalità temporali della costruzione della linea'. 'Erano un cordone di sicurezza che fino ai fatti di Venaus del 2005 ha consentito alla vicenda di non degenerare'. 'La missione delle chiese piemontesi - conclude don Ettore - deve essere oggi proprio quella di riunificare un popolo troppo diviso'.











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