Myanmar: l'aiuto della Caritas per il popolo kachin coinvolto nel conflitto. L'appello
del vescovo
La guerra non dà tregua nello stato di Kachin, nel Nord del Mynamar. Mentre la violenza
continua, mettendo a dura prova la popolazione civile, si fa strada, attraverso la
Caritas Myanmar (Karuna) la solidarietà verso la popolazione di etnia kachin (un milione
di persone a larga maggioranza cristiana). Chiedendo l’anonimato per motivi di sicurezza,
un sacerdote della diocesi di Myitkyina (che copre il territorio dello stato Kachin)
racconta all'agenzia Fides la difficile situazione che i fedeli vivono. “Le violenze
e i bombardamenti continuano. Il problema per gli sfollati è abbandonare i raccolti,
il che significa fame, sofferenza, veder sfumare il lavoro e i sacrifici di un anno.
Le chiese sono aperte per l’accoglienza, la Caritas si è mobilitata e da tutte le
diocesi si stanno organizzando aiuti per la diocesi di Myitkyina, interessata dal
conflitto. Le notizie sono frammentarie, ma sappiamo che le sofferenze dei civili
proseguono e gli sfollati aumentano, sono oltre 10mila. Il tutto è reso ancor più
difficile dalla stagione delle piogge”. Attualmente, informa il sacerdote, vi sono
almeno 800 sfollati accampati a Myitkyina: 220 sfollati nella chiesa cattolica di
San Giuseppe, 330 nella chiesa battista, altri sparsi in templi buddisti e nei villaggi
intorno. A raggiungere i civili e i profughi che si trovano nelle aree di conflitto,
isolate dalle comunicazione, sono le onde di Radio Veritas e di Radio Free Asia. Radio
Veritas si rivolge ai profughi incoraggiandoli e anche informandoli sui combattimenti,
a volte anche invitandoli a lasciare i territori per la loro incolumità. Dal canto
suo mons. Francis Daw Tang, vescovo di Myitkyina, molto preoccupato per la situazione
dei fedeli kachin, è intervenuto a Radio Veritas lanciando un appello alla popolazione
e dicendo: “Prego per voi, mio piccolo gregge, e non vi abbandono. La Chiesa è pronta
ad aiutarvi, le nostre chiese e i fedeli vi accolgono a braccia aperte, per asciugare
le vostre lacrime e consolare la vostra sofferenza. Restate uniti, portate i pesi
gli uni degli altri, il Signore vi è vicino. Confidate in Lui, tutti noi continuiamo
a pregare per la pace”. Intanto nel resto del Myamnar non circolano notizie sul conflitto
in atto nel Nord. Il giornale ufficiale del regime non ne parla o, quando lo fa, addossa
le colpe della violenza ai ribelli dell’esercito Kachin. La pressione internazionale
intanto sta crescendo: il governo degli Stati Uniti ha chiesto la fine delle ostilità
e una inchiesta dell’Onu per le violazioni dei diritti umani che si registrano nel
conflitto in atto. (R.P.)