L'Etiopia, volto dell'Africa che migliora tra nuovi business e vecchie povertà
L’Etiopia ha conosciuto quest’anno una impressionante crescita economica nonostante
si trova in una delle aree più instabili del Africa. Intorno ai suoi confini si dipanano
conflitti pluridecennali, come quello in corso in Somalia o quello appena conclusosi
nel Sud Sudan. Una condizione che ha spinto il governo etiope ad assumere un ruolo
di mediazione molto importante a livello regionale e nell’ambito dell’Unione Africana.
Stefano Leszczynski ha intervistato Paolo Dieci, direttore del CISP
– Sviluppo dei Popoli:
R. – Una
prima cosa riguarda i conflitti. La situazione della Somalia è vissuta in Etiopia
con evidente e comprensibile preoccupazione considerando che i due Paesi confinano
e considerando quindi i rischi di instabilità che quella situazione può determinare
anche in Etiopia. L’Etiopia è un Paese che sta crescendo economicamente in modo indiscutibile:
ha registrato tassi di crescita superiore al 10 per cento nel 2008 e nel 2009. Purtroppo,
assieme alla crescita economica, crescono anche le diseguaglianze e questo interpella
molto un’organizzazione non governativa di cooperazione come il Cisp e ci spinge a
concepire sempre di più i nostri come progetti che mirano a promuovere l’inclusione
sociale di tutti coloro che sono esclusi dallo sviluppo.
D. - Si ha
l’impressione quasi che ci sia un maggiore impegno dell’Etiopia a livello regionale
e internazionale che non interno di attenzione allo sviluppo sociale...
R.
- Il rapporto della Commissione economica per l’Africa del 2010 afferma che, quasi
ovunque nell’Africa subsahariana, mentre avanza il raggiungimento degli Obiettivi
del millennio per ciò che riguarda l’accesso ai servizi educativi, sanitari, l’accesso
alle vaccinazioni, non avanza il più importante Obiettivo del millennio: la riduzione
della percentuale di popolazione che vive in condizioni di povertà estrema.
D.
– Quanto è forte ora sull’Africa questa azione di conquista economica da parte di
potenze esterne e questo quanto altera gli equilibri africani?
R. –
E’ molto forte e li altera molto. Non c’è dubbio che la Cina rappresenti il principale
partner economico e non solo economico, direi anche politico, dell’Africa subsahariana,
se consideriamo che tutti, tranne cinque Paesi dell’Africa subsahariana, hanno sottoscritto
un accordo globale di cooperazione con la Cina. L’Occidente deve riflettere anche
sulle sue incoerenze nei confronti dell’Africa. Se un Paese come la Cina sta acquistando
una crescente popolarità e un crescente consenso in Africa questo si deve anche al
fatto che l’Occidente si è mostrato spesso all’Africa in modo incoerente: promettendo
e non dando, contraddicendo con alcune politiche, ad esempio con la politica agricola
comune europea, quello che voleva fare con altre politiche, per esempio la politica
di sicurezza alimentare. La Cina appare oggi a molti leader africani, anche a quelli
etiopici, ma non solo, come un esempio di coerenza. (bf)