India: un arcivescovo cattolico e la nipote di Gandhi insieme per la pace
“Ho sempre lavorato sulle piccole cose, so quanto contano. Piccoli gesti fatti nel
modo giusto e al momento giusto ci fanno ottenere grandi risultati nel campo della
pace. È importante trovare il modo giusto di trattare con le persone: è in questo
che spesso si fallisce”. Con queste parole l’arcivescovo di Guwahati, Thomas Menamparampil,
ha accettato l’offerta di Tara Gandhi Bhattacharjee, nipote del Mahatma Gandhi, di
lavorare insieme per la pace. Bhattacharjee è presidente dell’associazione “Gandhi
Smriti and Darshan Samiti”, un’organizzazione istituzionale impegnata in India per
la promozione dei valori della non violenza e la difesa dei diritti civili e ha scelto
l’arcivescovo “per le sue qualità di abile pacificatore di conflitti e per i risultati
ottenuti nel complesso contesto dell’India del nordest”. La regione nordorientale
dell’India è un’area particolarmente travagliata da tensioni etniche, tribali, territoriali,
religiose e politiche. Per il suo lavoro, riferisce l'agenzia Fides, mons. Menamparampil
è stato recentemente proposto per una candidatura al Premio Nobel per la Pace, trovando
sostegno sia a Oriente che a Occidente, anche al di fuori del mondo cattolico, come
dimostra la collaborazione con Tara Gandhi, che ha detto: “Abbiamo maggiore bisogno
di pacificatori rispetto al passato. La violenza genera altra violenza, l’aggressività
scatena aggressività e non emerge alcuna soluzione. Quando vi sono divergenze di idee
e di interessi occorre usare l’aspetto dialogico e la pedagogia della persuasione”.
(R.B.)