Vertice UE: adesione della Croazia, Draghi alla guida della Banca Centrale, aiuti
alla Grecia e revisione del Trattato di Schengen
La nomina di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea, l’assenso al programma
di aiuti alla Grecia, ma anche il rafforzamento della governante economica, la revisione
del trattato di Schengen e poi il via libera alla conclusione dei negoziati di adesione
della Croazia all'Unione Europea entro fine mese. Questi i punti principali delle
conclusioni del vertice dei capi di stato e di governo dell’Ue conclusosi ieri a Bruxelles.
Il servizio di Laura Serassio:
Dunque il
governatore di Bankitalia, Mario Draghi è stato nominato presidente della Banca Centrale
Europea dal Consiglio europeo. Ad annunciarlo il presidente Ue, Herman Van Rompuy.
Draghi prende la guida della Bce in un momento particolarmente delicato per l’Europa.
Quali sono le sfide che dovrà affrontare immediatamente? Salvatore Sabatino ne ha
parlato con Stefano Zamagni, docente di Economia Politica presso l’Università di Bologna:
R.
– Le sfide sono fondamentalmente tre. La prima è di natura emergenziale: risolvere
questo fuoco che ormai da qualche mese divampa e cioè la Grecia ma subito dopo il
Portogallo poi la Spagna o l’Irlanda. Il rischio è grosso: se questo fuoco non viene
spento in tempi rapidissimi la speculazione internazionale potrebbe veramente mettere
a repentaglio la vita dell’Unione europea. La seconda sfida, più a medio termine,
è quella di favorire in sede europea l’attivazione di una politica non soltanto monetaria,
finanziaria, ma anche la politica del lato reale, la cosiddetta politica fiscale.
Uno dei punti di debolezza dell’Unione europea è che ha realizzato la moneta unica
ma non ha realizzato una politica fiscale unica. La terza sfida è rilanciare il processo
di riunificazione europea partendo dal discorso delle radici e lui la può fare perché
ha anche la cultura necessaria e sufficiente a questo riguardo. Sappiamo come è andata
la questione quando a suo tempo si trattò di inserire i termini “radici cristiane”.
Oggi c’è un modo intelligente di riprendere quel discorso, magari non usando le stesse
parole, ma tornando ad affermare l’importanza dell’identità: senza identità un Paese,
come un’unione di Paesi, non va da nessuna parte.
D. – Un ruolo di grande prestigio
quello che ricoprirà Draghi ed un vanto anche per l’economia italiana…
R. –
E’ chiaro. In un momento di particolare debolezza di certe nostre istituzioni, avere
un italiano che ricopre quel ruolo è un segnale che all’estero probabilmente ci considerano
meglio di quanto noi italiani consideriamo noi stessi. A questo riguardo mi piace
sempre ricordare quel saggio fondamentale di Giacomo Leopardi sul carattere degli
italiani quando dice che il problema degli italiani è solo uno: non riconoscono il
proprio valore, devono denigrarsi ed autoflaggellarsi. Questa nomina potrebbe contribuire
a modificare, almeno a livello di percezione popolare, questo antico e radicato convincimento.(bf)