Bolivia: in un libro la drammatica realtà del lavoro minorile che coinvolge 800 mila
bambini
Le statistiche indicano che oltre 800.000 bambini hanno un lavoro full time in Bolivia,
un quinto della popolazione nella fascia di età compresa tra 5 e 14 anni. Sono ragazzi
lavoratori lucidascarpe a La Paz, che indossano una maschera da sci in parte per resistere
all’inquinamento, in parte per celare la propria identità e proteggersi dalla discriminazione;
sono controllori delle tariffe sui bus di Cochabamba; sono lavoratori informali nei
mercati di Salar de Uyuni, dove vendono bottiglie d’acqua ai turisti che visitano
le pianure di sale; sono coltivatori di noci brasiliane per molti mesi all’anno rischiando
di prendere la malaria nelle giungle vicino a Riberalta. Su queste realtà si sofferma
il libro “Diversità in movimento”, scritto da Cristiano Morsolin, esperto dell’Osservatorio
sull’America Latina Selvas, che lavora nella Regione Andina dal 2001. Robin Cavagnoud,
dell’Istituto Francese di Studi Andini Ifea di La Paz, in occasione della presentazione
del libro - riporta l'agenzia Fides - ha sottolineato che “nei Paesi andini la maggioranza
dei bambini/e e adolescenti lavoratori si trova nelle zone rurali, dove la partecipazione
economica dei bambini è legata alla loro socializzazione e sviluppo dentro la comunità
e la famiglia, ma non è un’imposizione dei genitori”. Questi bambini e adolescenti
lavorano per aiutare la famiglia, per sostenersi negli studi, per poter provvedere
alle proprie spese personali, per garantirsi un futuro migliore rispetto ai loro padri
e fratelli sepolti dalla silicosi e dagli incidenti nelle miniere o nelle piantagioni
di canna da zucchero. Va segnalata la preoccupazione costante della Chiesa cattolica
nei confronti dei bambini lavoratori. Il cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo
di Santa Cruz de la Sierra, ha sottolineato che “il regno di Dio si esprime quando
sentiamo affetto e amore per quelle migliaia di bambini che lavorano in strada o che
vanno a lavorare come se fossero adulti, che hanno perso il tempo della loro infanzia,
che sono minacciati da molte cose. Però non dobbiamo solo rallegrarci perché si celebra
la Giornata del bambino lavoratore, ma dobbiamo pensare che nel piano di Dio, nel
Regno di Dio non è previsto che bambini così piccoli non abbiano la possibilità di
essere liberi e che non venga riconosciuta la loro dignità”. Nel 2009 è stata approvata
la nuova Costituzione boliviana: nell'articolo 61 si riconosce che "lo Stato proibisce
il lavoro forzato e lo sfruttamento minorile. Le attività che realizzano i bambini,
le bambine e gli adolescenti in ambito familiare e sociale sono orientate alla loro
formazione integrale, come cittadini e cittadine, e devono avere una funzione formativa.
I loro diritti, garanzie e meccanismi istituzionali di protezione saranno oggetto
di una regolamentazione speciale". Questo storico riconoscimento è il frutto di una
grande mobilitazione dei bambini lavoratori. E’ la prima volta nella storia moderna
dell'umanità che una Costituzione (e non solo il codice dell'infanzia) riconosce il
lavoro minorile in condizioni dignitose. (R.P.)