Dal Consiglio d’Europa è arrivata anche una condanna per il governo siriano. L’Unione
europea, che come gli Stati Uniti richiede un intervento del Consiglio di Sicurezza
dell’Onu, ieri, aveva anche varato nuove sanzioni contro Damasco. Intanto, mentre
in varie località del Paese sono segnalati cortei con due vittime tra i manifestanti,
sembra calare la tensione con la Turchia dopo le operazioni militari siriane di ieri
nei pressi del confine. Il servizio di Davide Maggiore:
Di fronte
a quelle che sono definite “inaccettabili e scioccanti violenze” delle forze di Damasco,
i 27 Paesi dell’Unione sollecitano il Consiglio di sicurezza ad “assumere le proprie
responsabilità e dare adeguate risposte”. Una condanna “chiara e inequivocabile” era
già stata chiesta dall’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, che aveva
parlato di “atrocità e abusi”. E oggi sono diventate ufficialmente operative le nuove
sanzioni decise dall’Unione Europea contro Damasco: oltre a quattro società legate
alla cerchia del presidente Assad, sono colpite, con il blocco dei beni e il bando
del visto d’ingresso, altre sette persone. Tre di queste sono ufficiali iraniani,
del corpo delle Guardie rivoluzionarie e dell’intelligence di Teheran. Intanto, dopo
le operazioni militari siriane in villaggi vicini alla frontiera con la Turchia, che
ieri hanno spinto altri 1500 profughi a sconfinare, i ministri degli Esteri dei due
Paesi hanno avuto un colloquio telefonico. Anche l’ambasciatore siriano ad Ankara
è stato convocato dal ministro turco Ahmet Davutoglu per informazioni. Oggi, tuttavia,
lo stesso Davutoglu ha sottolineato che con Damasco i contatti continuano: “Con la
Siria – ha dichiarato - condividiamo lo stesso destino”.