2011-06-24 16:29:38

Mario Draghi è il nuovo presidente della Banca Centrale Europea


La nomina di Mario Draghi al vertice della Banca Centrale Europea, il fondo "salva Stati", l’immigrazione e le crisi arabe sono i temi su cui oggi hanno proseguito a confrontarsi i leader dei 27 Paesi Ue, che stanotte hanno raggiunto l’accordo sul salvataggio della Grecia. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

La Grecia ha trovato l’accordo con le istituzioni europee sul piano di austerity da 28,4 miliardi. Ora la questione passa al parlamento di Atene che dovrà ratificarlo entro il 30 giugno se vorrà sbloccare la quinta trance di aiuti finanziari destinati a evitare la bancarotta e un ampliamento della crisi a tutta l'eurozona. Per questo motivo, l’Ue sta esercitando pressioni affinché sia votato anche dall’opposizione ellenica che finora si è dichiarata contraria alle nuove misure di austerità. L’agenda economica del vertice ha visto anche il “si” politico di tutto il Consiglio europeo alla nomina di Mario Draghi come successore di Jean Claude Trichet alla presidenza della Banca centrale europea. Sono dunque cadute le riserve francesi sull’attuale direttore della Banca d’Italia, dopo che Binismaghi, l'altro banchiere italiano che adesso siede nel board della Bce, ha rassicurato Parigi circa le sue dimissioni entro fine anno per far posto ad un esponente della Francia. Sulla bozza del documento finale appaiono poi le raccomandazioni agli Stati membri per il risanamento delle loro finanze e per il rilancio della competitività nei servizi, e c’è il via libera al rafforzamento dell'attuale Fondo salva-Stati. Da segnalare anche il passaggio sulla proposta per un meccanismo comunitario che definirà l'eventuale reintroduzione “temporanea ed eccezionale” dei controlli di frontiera nell'area Schengen. Il nuovo meccanismo – si legge nel documento – dovrà entrare in funzione solo in caso di “circostanze eccezionali che mettano l'intero funzionamento della cooperazione di Schengen a rischio”. E nella bozza si parla infine dell’ingresso della Croazia nell’Ue, esortando “la conclusione dei negoziati di adesione entro la fine di giugno", con la prospettiva di firmare il trattato "prima della fine dell'anno".

Dunque il governatore di Bankitalia, Mario Draghi è stato nominato presidente della Banca Centrale Europea dal Consiglio europeo. Ad annunciarlo il presidente Ue, Herman Van Rompuy. Draghi prende la guida della Bce in un momento particolarmente delicato per l’Europa. Quali sono le sfide che dovrà affrontare immediatamente? Salvatore Sabatino ne ha parlato con Stefano Zamagni, docente di Economia Politica presso l’Università di Bologna:RealAudioMP3

R. – Le sfide sono fondamentalmente tre. La prima è di natura emergenziale: risolvere questo fuoco che ormai da qualche mese divampa e cioè la Grecia ma subito dopo il Portogallo poi la Spagna o l’Irlanda. Il rischio è grosso: se questo fuoco non viene spento in tempi rapidissimi la speculazione internazionale potrebbe veramente mettere a repentaglio la vita dell’Unione europea. La seconda sfida, più a medio termine, è quella di favorire in sede europea l’attivazione di una politica non soltanto monetaria, finanziaria, ma anche la politica del lato reale, la cosiddetta politica fiscale. Uno dei punti di debolezza dell’Unione europea è che ha realizzato la moneta unica ma non ha realizzato una politica fiscale unica. La terza sfida è rilanciare il processo di riunificazione europea partendo dal discorso delle radici e lui la può fare perché ha anche la cultura necessaria e sufficiente a questo riguardo. Sappiamo come è andata la questione quando a suo tempo si trattò di inserire i termini “radici cristiane”. Oggi c’è un modo intelligente di riprendere quel discorso, magari non usando le stesse parole, ma tornando ad affermare l’importanza dell’identità: senza identità un Paese, come un’unione di Paesi, non va da nessuna parte.

D. – Un ruolo di grande prestigio quello che ricoprirà Draghi ed un vanto anche per l’economia italiana…

R. – E’ chiaro. In un momento di particolare debolezza di certe nostre istituzioni, avere un italiano che ricopre quel ruolo è un segnale che all’estero probabilmente ci considerano meglio di quanto noi italiani consideriamo noi stessi. A questo riguardo mi piace sempre ricordare quel saggio fondamentale di Giacomo Leopardi sul carattere degli italiani quando dice che il problema degli italiani è solo uno: non riconoscono il proprio valore, devono denigrarsi ed autoflaggellarsi. Questa nomina potrebbe contribuire a modificare, almeno a livello di percezione popolare, questo antico e radicato convincimento.(bf)








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