2011-06-23 14:53:08

Usa: un documento dei vescovi denuncia i rischi dell'eutanasia


“Il processo della morte può spaventare, ma la società può essere giudicata da come risponde a queste paure”, sostengono i vescovi degli Stati Uniti in un nuovo documento sull’eutanasia. Riferisce l’agenzia Zenit che i presuli si sono incontrati a Seattle per il loro meeting generale primaverile e hanno approvato giovedì una dichiarazione dal titolo “Vivere ogni giorno con dignità”. “Una comunità premurosa dedica più attenzione, non meno, ai membri che affrontano il momento più vulnerabile della propria vita. Quando le persone sono tentate di vedere la propria vita sminuita in valore o significato, hanno bisogno dell'amore e dell'assistenza degli altri per essere assicurati del loro valore intrinseco”, afferma la dichiarazione, che offre anche una breve storia dello sviluppo dei dibattiti sull’eutanasia. “Le persone suicide diventano sempre più incapaci di apprezzare delle opzioni”, e hanno una “sorta di visione a tunnel che vede sollievo solo nella morte. Hanno bisogno di aiuto per essere liberate dai loro pensieri suicidi attraverso la consulenza, il sostegno, e, quando necessario e utile, le cure mediche”, hanno dichiarato i vescovi che aggiungono: “scelte apparentemente libere possono essere indebitamente influenzate dai pregiudizi e dai desideri degli altri”, mentre, “annullando la difesa legale della vita di un gruppo di persone, il Governo comunica implicitamente il messaggio che potrebbero stare meglio da morti. In questo modo il pregiudizio di troppe persone sane contro il valore della vita per qualcuno che ha una malattia o una disabilità è incarnato in una politica ufficiale”. I presuli hanno riconosciuto che la sofferenza per le malattie croniche o terminali è spesso grave e chiede compassione, ma hanno anche affermato che “la vera compassione allevia la sofferenza mantenendo allo stesso tempo la solidarietà con quanti soffrono. Non mette nelle loro mani farmaci letali o li abbandona ai loro impulsi suicidi, o ai motivi egoistici di altri che possono volerli morti. Aiuta le persone vulnerabili con i loro problemi, anziché trattarle come il problema”. I vescovi hanno anche parlato dei rischi che si possono correre quando si viene privati della vita in nome della compassione, sottolineando come “i medici olandesi, che una volta limitavano l'eutanasia ai pazienti malati terminali, ora forniscono farmaci letali a persone con malattie croniche o disabilità, malattie mentali e perfino depressione”. I vescovi hanno inoltre avvertito della possibilità che i programmi governativi e le assicurazioni private possano limitare il sostegno alle cure che potrebbero allungare la vita, enfatizzando come una morte prescritta dai medici sottenda alla base un’idea basata sul rapporto costi-benefici. “Quando invecchiamo o ci ammaliamo e siamo tentati di perdere la fiducia, dovremmo essere circondati da gente che chiede 'Come possiamo essere utili?'”, concludono i Vescovi. “Meritiamo di invecchiare in una società che guarda alla nostra cura e alle nostre necessità con una compassione basata sul rispetto, offrendo un autentico sostegno nei nostri ultimi giorni”, si legge nella parte finale del documento,“le scelte che compiamo insieme ora decideranno se questo sarà il tipo di società premurosa che lasceremo alle generazioni future”. (M.R.)







All the contents on this site are copyrighted ©.